Coldiretti Alessandria: “Vendemmia: viti in sofferenza per la siccità, calo produzione sino al 20%, buona qualità”
Alessandria – Decisamente in anticipo rispetto agli anni scorsi, è partita oggi dalle zone di Casale e Acqui, la vendemmia 2022 anche in provincia di Alessandria: i primi grappoli ad essere staccati sono quelli delle uve base spumante, varietà Pinot e Chardonnay Alta Langa. Si proseguirà poi, a fine agosto, con le uve Moscato, Cortese, Timorasso, Arneis e, successivamente, Dolcetto, Nebbiolo, Grignolino e Barbera.
Da una prima stima, con siccità e caldo oltre i 40 gradi, Coldiretti Alessandria calcola un taglio della produzione sino al 20%, a seconda delle zone, con i vigneti messi a dura prova da nottate con afa e temperature minime sempre molto alte che non hanno permesso ai grappoli di prendere un po’ di “respiro” climatico con il tradizionale sbalzo termico.
Si attende comunque un’annata di buona qualità, anche se l’andamento della raccolta sarà influenzato molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo.
Insomma, molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione, sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte.
“La vite è una delle poche piante che ha bisogno di poca acqua per sopravvivere. Nonostante questo i vigneti stanno soffrendo a causa dell’ondata di caldo anomalo che non molla la presa. Per molte aziende l’unica salvezza è l’irrigazione di soccorso, un tentativo estremo per accumulare risorse idriche e trattenerle nel suolo. Una pratica destinata, purtroppo, a diventare sempre più la normalità”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
“Ogni vendemmia ha peculiarità diverse riconducibili proprio alle condizioni climatiche. Affinchè il grappolo maturi bene e completi il proprio percorso di formazione, occorre la giusta quantità di acqua. In mancanza di essa l’acino appassisce e la maturazione non si completa – ha aggiunto Alberto Pansecchi, agronomo e tecnico vitivinicolo di Coldiretti Alessandria -. Dal punto di vista qualitativo, in questa fase si può solo affermare l’assenza di malattia che possono compromettere la sanità delle uve. Solo la flavescenza dorata ha avuto una marcata recrudescenza, amplificata dalla siccità. Per questo occorre prestare la massima attenzione alle popolazioni del vettore, specialmente nei momenti in cui la vite è meno presidiata”.
La provincia di Alessandria vanta 12 Doc e 7 Docg, il comparto vitivinicolo alessandrino conta 10.669 ettari di superficie vitata per una produzione di 983.676 quintali nel 2021 e 591.633 ettolitri prodotti, mentre la produzione di uva da tavola è di circa 950 quintali.
“Per tutelare questo patrimonio occorre però superare al più i vincoli burocratici che rallentano l’assunzione dei lavoratori stagionali. Non è possibile che per colpa della burocrazia le imprese perdano il lavoro di un’intera annata agraria dopo aver affrontato peraltro i danni della siccità e un pesante aumento dei costi di produzione determinato dalla guerra in Ucraina. Si tratta di assicurare i nulla osta soprattutto ai lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Occorre introdurre un contratto di lavoro occasionale per consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi”, ha sottolineato il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Oltre alle difficoltà climatiche, a frenare la corsa del vino italiano, è la crescita esponenziale dei costi con un +35% in media a causa delle tensioni su energia e materie prime generate dalla guerra in Ucraina con aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che arrivano a pesare sui bilanci per oltre un miliardo di euro con anche difficoltà a reperire materiali per l’imbottigliamento.
Una bottiglia di vetro costa oltre del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali.
Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti.
Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi
Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%.
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