Europa Verde: “Indennizzi per inquinamento polo chimico”

“In questo momento uno studio epidemiologico non è la priorità per la cittadinanza Spinettese, richiedendo tempo e denaro. Sono ormai almeno quindici anni che la comunità scientifica internazionale riconosce gli effetti dannosi dei sugli esseri umani e sull’ambiente e per organizzare lo studio, analizzare i dati, peer review, pubblicazione e il follow up possono passare anche dieci anni. Tempo che non possiamo permetterci, perché ci allontana sempre più dal nocciolo del problema” esordisce così Giulia Bovone, co–portavoce di Europa Verde – Verdi Alessandria.
Spinetta Marengo è una cittadina che nella sua storia più recente ha sempre convissuto con l’inquinamento ambientale a causa della presenza nel centro abitato di un’industria chimica di grandi dimensioni, che negli anni è passata di proprietà di diversi gruppi multinazionali.
Il problema reale, che purtroppo solo gli addetti ai lavori comprendono, è che i livelli di inquinamento di Spinetta sono il risultato dell’accumulo nei decenni di molecole non biodegradabili, fra cui i famosi Pfas, che tendono a permanere nel terreno e nell’acqua all’infinito. Entrando anche nelle case degli abitanti di Spinetta. La dura verità è rappresentata dal fatto che il luogo che dovrebbe essere il più sicuro della nostra vita, ossia casa nostra, è pregna di contaminanti che risalgono dal terreno oppure trasportati nelle cantine dalle piene del rio Lovassina. Identificare le abitazioni a rischio è il primo passo per tutelare la salute degli Spinettesi. Il secondo è rendersi conto che la situazione odierna non ci permetterà mai di additare un unico colpevole dell’inquinamento di Spinetta, perché lo stabilimento chimico negli anni ha cambiato numerosi proprietari.
Il vero responsabile della situazione è il vuoto normativo a livello nazionale che dovrebbe sancire la convivenza delle città con impianti del genere sul territorio. Manca una legge che vieti i tagli alla sanità in territori come questo, sono assenti delle cinture di rispetto per l’agricoltura, ma è clamoroso che manchino gli indennizzi alle famiglie che abitano case inquinate.
Gli Spinettesi colpiti da questa situazione hanno tutto il diritto di ricevere del denaro per mettere in sicurezza le loro case, o se necessario trasferirsi qualora non fosse possibile effettuare la messa in sicurezza. I cittadini non devono rimetterci di tasca loro davanti ad uno Stato assente nel tutelare la loro salute. Ogni
Spinettese che si ammala grava sulle tasche della collettività e riduce il capitale umano della nostra città. Basta caccia alle streghe e promesse di studi scientifici. L’azione più utile in questo momento è colmare il vuoto normativo e dare la possibilità economica agli Spinettesi di tutelare la loro salute. “Il polo chimico rappresenta la storia, il presente ed il futuro di Europa Verde – Verdi Alessandria,” – continua Raoul Oliva, co-portavoce di Europa Verde-Verdi Alessandria – “l’immagine di Solvay in Italia e nel mondo deve essere positiva e può esserla solo investendo nelle bonifiche e nella sicurezza delle cittadine e dei cittadini; in questo modo sono anche salvaguardati eventuali futuri nuovi sviluppi per l’azienda sul territorio!”

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