Musica e bellezza nella città più piccola d’Italia: il Canaja Brass Quintet a Moncalvo.

Questa volta, lo ammetto, l’ho rubato. Sì, ho rubato il titolo, o almeno la prima parte del titolo, alla brochure del “Festival internazionale di musica Guglielmo e Orsola Caccia” – Agosto 2022. Perché è senza dubbio verissimo che domenica scorsa Moncalvo ha donato a tutti noi musica e bellezza. In primo luogo perché Moncalvo è semplicemente bellissima. Chi, come me, prima del concerto, ha fatto una passeggiata in città, ben lo ha potuto appurare. Per me, che ci sono stato moltissime volte, a Moncalvo, non si è trattato certo di una scoperta ma di una ovvia conferma: luogo splendido, ovvero una piccola città di immensa suggestione e altrettanta bellezza. Del resto, siamo nel cuore pulsante del Monferrato, immersi in un sublime paesaggio, ben visibile dai bastioni di Piazza Carlo Alberto, che si allunga con una dimensione ariosa e solenne ma anche nella piazza stessa dove si è svolto il Concerto, Piazza Garibaldi, con il suo storico Teatro…ma in città troviamo anche scorci decisamente gotici e troviamo l’imponente basilica dedicata a Madre Teresa di Calcutta. E potrei proseguire parecchio: Moncalvo regala meraviglia, non c’è che dire.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

E questa è anche stata l’ultima serata di quattro proposte musicali agostane che han presentato programmi e compagini davvero molto interessanti e stimolanti. Non ho purtroppo potuto presenziare a quelle trascorse, ma stasera eccomi qua, arrivato presto, mentre ancora i cinque ragazzi del Quintetto di ottoni, il Canaja Brass Quintet, stavano provando. Eccoli lì, davanti al teatro: la scenografia è stupenda, con il Teatro alle spalle. Mi rendo subito conto che il loro sound è perfettamente amalgamato, robusto e compatto: sarà un bel concerto, mi dico, e così è stato.

Ma vogliamo iniziare dal loro bizzarro nome? Canaja è termine dialettale piemontese, che vuol dire canaglia, ma non è un termine eccessivamente dispregiativo…viene spesso usato in senso bonario, magari nei confronti di un bimbo molto vivace: T’ei propri n’a bela canaja! Per dire di come si tratti di un epiteto “leggero”, spesso scherzoso, basti pensare che esiste anche il vezzeggiativo “canajott”. Verso la fine della serata, i componenti del quintetto ce ne spiegano le ragioni, come ci hanno spiegato tutte le loro proposte musicali, brano per brano, con la simpatica presentazione di Marina Boselli, che suona uno strumento dal nome esotico, euphonium, che nelle bande musicali viene chiamato “bombardino”. Secondo Marina il nome deriva da una scherzosa assonanza con il famoso Canadian Brass Quintet, gloriosa formazione cameristica d’oltreoceano. Ma fra i membri del gruppo c’è disaccordo: Federico Armari, al corno, più maliziosamente ha ammesso che il nome deriverebbe dall’epiteto loro affibbiato da uno dei loro migliori insegnanti del Conservatorio di Novara, Giuseppe Gregori, proprio perché un giorno, al suo ingresso in aula, il comportamento del gruppetto di giovani musicisti non era proprio tranquillissimo!

Aggiungo subito che rispetto alla formazione della locandina, ieri c’era una variazione: Erika Patrucco è stata sostituita ad una delle due trombe Davide Maiello…nulla di brutto, anzi: Erika quest’estate sta suonando in Arena a Verona. Complimenti! E il concerto? Davvero bello, anche perché estremamente vario, con proposte musicali davvero ben studiate per offrire una vasta gamma delle possibilità musicali del quintetto di ottoni.

Tra l’altro i componenti del gruppo hanno pensato bene di fornire, ciascuno per il suo strumento, una breve ma acuta presentazione dello stesso. Michele Tarabbia ci ha parlato dell’evoluzione della tecnologia della sua tromba, e Nicolò Bombelli quella del Trombone. Il tutto con un’evidente passione per lo strumento musicale che imbracciavano. E così gli altri. Io, che sono convinto che oltre che con le loro esecuzioni, sia cosa buona e giusta che musicisti ed ascoltatori comunichino anche con parole di presentazione e condivisione della musica proposta, ho trovato questa iniziativa davvero ottima.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

E, nel frattempo, tanta bella musica. Con una partenza “antica”, molto adatta all’ambiente di Moncalvo: quattro danze di sapore arcaico di Michael Praetorius, nato nel 1571. Davvero particolari ed affascinanti. Poi la serata è proseguita sia con brani del ‘900 scritti appositamente per la formazione del Brass Quintet (Lafosse, due Suite, e Mayer, un Blues), sia con brani magnifici e decisamente molto più conosciuti dei precedenti, trascritti da originali per orchestra, di Duke Ellington (un medley con alcuni dei suoi pezzi più conosciuti), Ennio Morricone (tre meravigliosi temi da colonne sonore) e per finire un altro medley di canzoni dell’immenso George Gershwin. Applauditissimi davvero con merito perché il loro amalgama sonoro è splendido e potente, a ha incantato tutti in una notte di tarda estate. Ma i Canaja…sono proprio canaja! Perché per il bis si sono presentati in scena con in testa dei buffissimi mini sombrero e ci hanno regalato un altro medley di famosi brani messicani, da Cielito Lindo alla Cucaracha. Un finale sorridente e simpaticissimo, fra applausi e buonumore. Splendido.

Si: Splendido concerto, splendida Moncalvo, splendida notte di fine estate.