sulla spalle di Umberto (Eco) – quasi ottocento pagine di testimonianze alessandrine
In questo periodo di smarrimento giova mantenere vive la memoria, che è nel contempo futuro di un popolo, quindi ritengo opportuno ricordare il poderoso volume “Sulle spalle di Umberto” (testimonianze alessandrine di/su/ per Umberto Eco) curato da Gian Luigi Ferraris, Sylvia Martinotti e Guido Ratti presentato venerdì 28 giugno 2019 nella sede della Fondazione CulturaeSviluppo in Alessandria.
Ho l’onore di partecipare con una breve testimonianza, mentre gli altri 85 autori hanno prodotto 132 contributi di notevole interesse, tra saggi, articoli, note, poesie ed espressioni figurative, commenti, memorie, documenti, dissertazioni studentesche.
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———————–riporto il mio intervento…
Dalla pubblicazione del romanzo Baudolino presi lo spunto nel 2001 per organizzare l’evento intitolato “Compleanno di Alessandria”: una nutrita platea il 18 marzo di quell’anno affollò la ala Ferrero del Teatro Comunale. Eco non disse soltanto del suo libro, ma, incalzato dal compianto professor Geo Pistarino, e dal professor Ettore Dezza, parlò della possibile nascita di Alessandria, suggerendo, in assenza di prove certe, escludendo il sinecismo e la fondazione per volontà, di celebrare la nascita di Alessandria il 3 maggio del 1168 (anno in cui, peraltro, l’agglomerato urbano era certamente presente da lungo tempo) e pregò di non chiamarla “città della paglia” (nomea ridicola che non trova giustificazione storica, né logica).
In quell’occasione, una compagnia di giovani attori che, non collegati con “I Pochi”, stavano crescendo in seno al Teatro Comunale diedero lettura drammatizzata di alcuni capitoli del romanzo (il progetto era di Maura Catalan con la regia di Beppe Navello e nell’occasione la supervisione di Giorgio Albertazzi).
Da quella iniziativa fu generata poi tre anni dopo l’istituzione ufficiale del “Compleanno di Alessandria”, con apposito Regolamento comunale per il riconoscimento delle massime onorificenze cittadine, e fu proprio Eco e ricevere il primo Gran Gagliaudo d’oro.
Un episodio ricordo con piacere: essendo esauriti i volumi da autografare, proposi ad Umberto Eco di firmare alcune locandine dell’evento, cosa che fece con disponibilità ed allegria; ed io felice di fargli da spalla porgendogli via via uno dopo l’altro le locandine, che ci venivano letteralmente strappate dalle mani (e quella che mi è rimasta ne porta appunto i segni).