Fusioni di Comuni solo se tutti d’accordo

Licenziato a maggioranza, dalla Commissione Autonomia presieduta da Domenico Ravetti, il Ddl su “Iniziativa popolare e degli Enti locali e referendum abrogativo e consultivo”, che riscrive le norme per la fusione dei Comuni. Con un emendamento, ha spiegato l’assessore Fabio Carosso, si prescrive che il procedimento si conclude quando, in uno dei comuni interessati, il risultato del referendum è contrario alla fusione. In pratica, è necessario che tutti i Comuni coinvolti siano d’accordo, almeno nella maggioranza dei cittadini che partecipano alla consultazione, perché possa proseguire l’iter di fusione.
Sono intervenuti a favoreCarlo Riva Vercellotti (Fdi), Gianluca Gavazza e Andrea Cane (Lega). Prima dell’approdo in Aula del Ddl, è necessario un passaggio in prima Commissione per la norma finanziaria.
È stata anche presentata, da Monica Canalis (Pd), la proposta di legge per il sostegno e il riconoscimento della funzione sociale ed educativa del Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi, quale strumento di partecipazione istituzionale delle giovani generazioni alla vita politica e amministrativa. Canalis ha sottolineato che, partendo da tante esperienze positive di Consigli comunali dei ragazzi in Italia e all’estero, è emersa la necessità di sancirne un valore pubblico. “L’astensionismo – ha sottolineato – si combatte anche con una cultura del valore della democrazia”. Il presidente Ravetti ha fissato per il 25 novembre il termine ultimo per le consultazioni.
All’unanimità, infine, la Commissione ha licenziato la proposta di deliberazione 259, che prevede il cambio di denominazione del Comune di Grana (Asti), in “Grana Monferrato”.

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