Una lettera da Shokoofeh Azar: «Gli iraniani hanno bisogno del vostro aiuto»
Raccolgo con grande piacere e profondo dolore l’invito della scrittrice iraniana Shokoofeh Azar (che raccolgo dalla newsletter delle Edizioni E/O) a manifestare la mia solidarietà (e quella di tutta la redazione di alessandria24.com) con il popolo persiano che lotta per la propria libertà, la propria dignità e la propria vita.
Oggi, giornata in cui dichiariamo la nostra avversione alla violenza contro le donne, il nostro grido contro l’oppressione ai danni delle donne persiane è più forte che mai.
Sono stato in Iran alcuni anni fa: un paese meraviglioso, con una cultura profondissima, ma oppresso da una dittatura teocratica ignorante, violenta e disgustosamente misogino.
Spero che la nostra solidarietà, una goccia nel mare, possa contribuire a far sentire le donne e gli uomini persiani un po’ meno soli e invito i nostri lettori a manifestare la loro voce al fianco di chi lotta per la libertà.
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Il Direttore
Massimo Taggiasco
“Cari amici,
So che molti di voi saranno sorpresi di ricevere la mia email. Ma vi chiedo di leggerla fino in fondo.
Mentre percorrete con lo sguardo queste righe, centinaia di bambini, uomini e donne – giovani e meno giovani – vengono uccisi, arrestati, torturati o stuprati dal regime islamico. Sta succedendo nelle strade e nei quartieri di periferia di tutto l’Iran. Negli ultimi giorni sono state prese di mira le province di Kermanshah, del Kurdistan e dell’Azerbaigian.
Tante persone sono scomparse e ancora non si sa nulla del loro destino. Negli ultimi due mesi, oltre cento bambini non hanno fatto ritorno a casa.
Ogni giorno le studentesse vengono ridotte al silenzio nei modi più atroci. Le forze repressive prendono d’assalto le scuole, usano ambulanze e auto aziendali di società sotto il controllo dello Stato per aggredire e rapire le ragazze e portarle in luoghi segreti. Le studentesse sono nel mirino del regime perché sono le pioniere di questa Rivoluzione. A scuola, togliendosi l’hijab davanti ai mullah, intonano coraggiosamente slogan come “Donna, Vita, Libertà”, “Via il mullah” o “A morte Khamenei”.
In tutto l’Iran le persone sono in lutto. È vietato persino fare un funerale per i propri figli o cari uccisi dal regime, perché le autorità disperdono con la forza qualsiasi tipo di raduno, inclusi – in particolar modo – quelli in cui si piange un morto. Arrestano, torturano e uccidono chiunque vi prenda parte.
Oggi l’Iran piange per i suoi figli – ragazzi e ragazze bellissimi, istruiti e pieni di coraggio.
Io, Shokoofeh Azar, mi domando di continuo: cosa posso fare come scrittrice ed ex giornalista, lontano dal mio paese d’origine? Ho partecipato alle manifestazioni di protesta organizzate ogni settimana a Melbourne, ho scritto articoli, rilasciato interviste e sto cercando di finire quanto prima il mio secondo romanzo (che, come il precedente, è contro questo regime corrotto e assassino). C’è qualcos’altro che posso fare?
Chiedo personalmente a voi, cari amici che ricevete questa email, di aiutare me e gli iraniani sparsi in tutto il mondo a combattere il regime reazionario del nostro paese. Noi, il popolo dell’Iran (sia all’interno che all’esterno dei suoi confini geografici), siamo impazienti di assistere al futuro democratico della nostra terra e del Medio Oriente e stiamo usando ogni briciolo delle nostre forze per dare vita a questa democrazia.
Chiedo a voi di raccontare agli altri la Rivoluzione iraniana, di unirvi a noi nelle manifestazioni che hanno luogo in tante città di tutto il mondo e di pubblicare foto e video della Rivoluzione sui vostri account social. Fate qualcosa, anche qualcosa di piccolo. Se ne avete la possibilità, vorrei esortarvi a organizzare eventi speciali all’interno dei vostri uffici, aziende, scuole, università, festival, librerie, sulle piattaforme comunicative a cui avete accesso, informando la gente della brutalità del regime iraniano.
Dichiarate la vostra solidarietà col popolo dell’Iran.
Insieme siamo forti. Insieme, possiamo fare pressione sul regime iraniano – in modo che sappia che, uccidendo, stuprando e torturando manifestanti radunati pacificamente per le strade, pagherà un prezzo molto alto a livello internazionale.
Nei cinque minuti che avete dedicato alla lettura di questa email, in Iran un altro bambino non è riuscito a tornare a casa. Una ragazza non vedrà più la persona che ama e una madre non vedrà più il figlio. Siate, per favore, la loro voce.
Sa‘di, il grande poeta persiano, dice:
Sono membra di un solo corpo i figli dell’umanità
condividono la stessa origine nel loro Creatore
e se una di esse trascorre i suoi giorni nel dolore
anche le altre membra non possono trovare pace.
Tu, che non provi angoscia di fronte alla sofferenza di altri,
non sei degno di essere chiamato “umano”.
Coi miei più sentiti saluti,
Shokoofeh Azar
(Traduzione dall’inglese di Silvia Montis)
Shokoofeh Azar (1972) è una scrittrice e pittrice iraniana. Dal 2011 vive in Australia con lo status di rifugiata politica. Laureata in letteratura, ha lavorato a lungo come giornalista. Ha pubblicato articoli, reportage, raccolte di racconti e un libro per bambini. È stata la prima donna iraniana a percorrere in autostop la Via della Seta. L’illuminazione del susino selvatico, scritto originariamente in persiano e pubblicato in Australia nel 2017, è stato candidato allo Stella Prize 2018 e all’International Booker Prize 2020.
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