Il Servizio Sanitario Nazionale è un investimento e va considerato tale, alla stessa stregua dell’investimento per la difesa di un Paese

Si è tenuto in data odierna, presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, l’evento “Pensiero N° 1, evitare il sotto finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale . La Nuova Legge di Bilancio”, promosso dall’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità. Obiettivo aprire un tavolo di confronto tra tutti gli attori di sistema per passare in rassegna le
principali criticità ma anche le proposte strategiche, operare un confronto chiaro tra le spese sanitarie italiane e quelle europee e capire che cosa è già stato fatto degli investimenti sanitari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e che cosa rimane da fare.
“Bisogna far capire a tutte le Istituzioni, in primis alle Istituzioni governative passate, presenti e future, che il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è un investimento e non solamente una spesa”, ha detto il Dottor Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità a inizio dei lavori. “È necessario far comprendere che bisogna determinare una quota che sia sufficiente ad assicurare il futuro del SSN stesso, soprattutto per quanto riguarda l’accesso all’innovazione, che deve essere omogenea in tutto il Paese, e l’equità di accesso ai servizi. Un esempio classico è quello della cosiddetta silver economy: la maggior parte dei risparmi e dei possedimenti immobiliari in Italia è in mano a persone over 65enni i quali, se non hanno la sicurezza di un SSN che offra risposte adeguate alle loro necessità, invece di spendere in cultura, ristoranti, turismo e così via, mette da parte i soldi in caso i
medesimi abbiano, nel futuro o nel presente, problemi di salute. Tutto questo riduce in maniera significativa la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL)”.
“Con oggi è stato sviluppato il primo dei 10 argomenti alla base del rilancio della nostra sanità, presentati dall’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità il 16 novembre scorso”, ha precisato Walter Locatelli, Direzione Scientifica di Motore Sanità. “Credo che anche dal punto di vista della sostenibilità economica, la riflessione fatta in quell’occasione sulle risorse umane e professionali del SSN sia fondamentale. Anche con loro si potranno definire i migliori percorsi, liberando i tanti lacci e lacciuoli per efficientare anche in questo periodo di transizione il loro apporto professionale e, di conseguenza, le risorse necessarie che in ogni caso sono sottostimate”.
D’accordo su tutta la linea con queste posizioni Enrico Rossi, già Presidente Regione Toscana: “È uscita l’analisi della Corte dei Conti che solitamente non è tenera con gli eccessi della spesa pubblica. E che dice apertamente che, dopo la parentesi del triennio Covid, l’attuale legge di bilancio 2023 per i prossimi anni inizia una fase di rientro nel rapporto tra spesa e PIL, che ricolloca il nostro Paese al di sotto della media dei principali partner europei. Con in più il fatto che da noi la quota di popolazione anziana, quindi più bisognosa di cure, è superiore. Secondo il metodo dell’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità noi mettiamo a confronto tutti i soggetti interessati affinché si trovino le soluzioni sia relative al fondo, sia al fabbisogno di personale. Soprattutto se si considera il fatto che, nei prossimi anni, gli investimenti importanti legati al PNRR che riguardano il territorio avranno bisogno,
per non restare scatole vuote, di personale per funzionare”.
“Ogni euro speso bene in sanità è foriero di un risparmio molto più ampio!”, rilancia Marco Osnato, Presidente VI Commissione (Finanze). “Bisogna investire in prevenzione, appropriatezza, telemedicina e riduzione della spesa farmaceutica… questo porterà risparmi, ma soprattutto efficienza ed efficacia nelle cure al paziente”.
“Dobbiamo pensare anche a nuove regole di bilancio per finanziare l’innovazione, in particolare i farmaci innovativi”, ha sottolineato Anna Maria Parente, Presidente Commissione Sanità Diciottesima Legislatura a conclusione dei lavori. “Dovremo aprire un dibattito in Parlamento con il Governo e anche con la Commissione Europea, per considerare alcune spese di sanità come un investimento, alla stessa stregua dell’investimento per la difesa di un Paese. Dopo il Covid abbiamo capito che senza sanità non c’è né lavoro né economia e ci siamo scoperti fragili, all’inizio senza Dispositivi di protezione individuale e senza vaccini. Da qui dobbiamo pensare che la sanità è anche difesa di un Paese. Ritengo poi che occorra riaprire una dialettica tra tutte le forze politiche, per capire se si può accedere al Mes sanitario, che sono 37miliardi di euro. Apriamo con oggi questo lavoro di un anno, promosso
dall’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità, e ci prepariamo alla prossima legge di bilancio”.

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