Cane e Preioni (Lega Salvini Piemonte): “Con l’approvazione della nostra proposta di legge portiamo la lingua piemontese nelle scuole, nelle università, nella toponomastica e nella segnaletica stradale”
Torino – Più piemontese a scuola, all’università, nella cartellonistica e nella segnaletica turistica e nella toponomastica, con la votazione favorevole del Consiglio regionale alla legge proposta da Andrea Cane, consigliere della Lega Salvini Piemonte.
“Finalmente il dialetto, che io preferisco sempre definire ‘lingua’, viene riconosciuto come bagaglio culturale che ognuno di noi porta sulle spalle, non più una zavorra degli illetterati che ha come alternativa l’italiano – spiega all’aula il consigliere canavesano della Lega Andrea Cane -, è segno di appartenenza ad un luogo, ad un tempo e che ci identifica e ci connota con la nostra storia personale. Con questa legge promuoviamo la conservazione, lo studio, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale del Piemonte, anche di natura religiosa, ivi compreso il patrimonio linguistico e dialettale, le espressioni culturali di nuovi cittadini e delle comunità di piemontesi residenti in altre Regioni o all’estero: diamo quindi parola alle radici semplicemente per avere fronde più forti!”.
“Insieme alle attività di promozione del dialetto piemontese – prosegue al termine della votazione Andrea Cane, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente della commissione Sanità in Consiglio regionale – istituiremo una Consulta con compiti di osservatorio e con funzioni propositive e consultive in materia nei confronti della Giunta regionale, di cui potranno far parte rappresentanti delle associazioni degli enti locali, del Politecnico di Torino e delle Università piemontesi, i cui componenti auspico possano lavorare con coerenza, impegno e soprattutto passione. Abbiamo solo evidenziato che il valore linguistico del Piemonte è tra la gente: un patrimonio culturale immateriale che costituisce elemento qualificante dell’identità piemontese. Partendo dal termine ‘Bogianen’ che meglio di ogni altra parola in piemontese è scrigno, simulacro, contenitore di storia, cultura, spirito identitario. Ora abbiamo gli strumenti per sfruttare tutto il valore didattico, didascalico, divulgativo del nostro splendido e nobile vernacolo. E permettetemi di affermare ancora una volta, come mi piace fare da quando ho iniziato a fare politica negli anni Novanta, ‘Piemont liber’!”.
“Ma quanta paura per il piemontese, per i piemontesi e per le differenze, dai banchi delle opposizioni – ha poi aggiunto il capogruppo regionale della Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni -, quanta voglia di vederci tutti omologati. Dimenticando che la nostra regione è fatta da tante realtà: è una terra agricola, di montagna, di colline e il piemontese è una lingua fatta di tradizioni e di radici che ci differenziano dal pensiero unico. Credo per altro che in una società nella quale trionfano anche tanti disvalori i nostri giovani debbano mai come oggi ricordare da dove arrivano. Imparare che in Piemonte si parla anche il walser, il franco provenzale, l’occitano, il ligure e il lombardo. E sostenere che riscoprire queste storie si traduca in una lotta contro l’italiano, come dicono le opposizioni, è un’argomentazione talmente bassa da essere infima”.
“Imparare le nostre lingue identitarie – ha quindi concluso il capogruppo Preioni – significa aprire gli orizzonti mentali dei nostri giovani. E chissà che conoscere il piemontese non li aiuti nell’apprendimento dell’inglese, che è certamente fondamentale per affrontare un mondo sempre più interconnesso. Ma questo non significa dimenticare da dove arriviamo e quali sono le nostre radici e la nostra storia. Peccato che le sinistre si scaglino con tutta la loro veemenza contro la nostra proposta, dimostrando ancora una volta di essere nemiche del piemontese e dei piemontesi”.
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