Clima: inizio anno con temperature primaverili, senza la neve campagne e produzioni a rischio
L’arrivo del maltempo con piogge diffuse salva dalla siccità in una situazione in cui, sul territorio provinciale, il 2022 si è chiuso con piogge dimezzate rispetto alla media.
Un bilancio preoccupante che rispecchia i drammatici dati nazionali con circa 50 miliardi di metri cubi di acqua in meno caduti lungo la Penisola, colpita da una grave siccità con drammatici effetti per l’ambiente, l’agricoltura ma anche per il turismo della neve.
E’ quanto afferma Coldiretti Alessandria in riferimento alle insolite alte temperature di queste giornate di inizio anno, ma anche l’assenza di neve sull’Appennino con difficoltà per campagne e turismo.
La caduta della neve in questa stagione è infatti determinante per il recupero delle risorse idriche nelle montagne e per favorire la produzione agricola, secondo il vecchio adagio contadino “sotto la neve il pane”.
Invece, il 2022, si classifica fino ad ora tra i più siccitosi degli ultimi trent’anni con la caduta del 30% di acqua in meno rispetto alla media storica del periodo 1991-2020 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi undici mesi dell’anno.
“La pioggia e la neve sono importanti per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nelle montagne dove i ghiacciai perdono di superficie e spessore. Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. A preoccupare è il caldo anomalo con le coltivazioni ingannate da una finta primavera che si stanno predisponendo alla ripresa vegetativa. Il rischio concreto è che nelle prossime settimane eventuali ondate di freddo e gelo notturno brucino fiori e gemme di piante e alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti futuri”.
Una situazione difficile che fa seguito ad un 2022 che si classifica come l’anno più bollente mai registrato prima con una temperatura di oltre un grado superiore alla media storica in cui sono cadute quasi 1/3 di precipitazioni in meno, con una temperatura superiore di 1,06 gradi sopra la media. Uno scenario sul quale pesa la crisi energetica con più di una azienda agricola su dieci (13%) a rischio di chiusura. La carenza di pioggia e neve non consente, infatti, di ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei fiumi e nei laghi.
“Se lo scorso anno gli agricoltori sono riusciti a far fronte, nella maggior parte dei casi, alla carenza d’acqua con le operazioni di irrigazione di soccorso, nonostante i costi moltiplicati a causa dei rincari energetici, la preoccupazione per la nuova annata agraria è tangibile. Una finta primavera che inganna le coltivazioni favorendo un risveglio che le rende particolarmente vulnerabili: un eventuale prossimo arrivo del gelo porterebbe danni incalcolabili. Una situazione che andrebbe ad aggravare ulteriormente il già pesante bilancio delle perdite che si sono verificate lo scorso anno proprio a causa dei cambiamenti climatici – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana”.
Continua a leggere l'articolo dopo il banner