Il 3 febbraio l’Azienda Ospedaliera di Alessandria celebrerà San Biagio

Il patrono della struttura, insieme a Sant’Antonio, sarà ricordato insieme a mons. Semino
Si celebrerà venerdì prossimo, 3 febbraio, la festa di San Biagio, patrono, con Sant’Antonio,
dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria da cui prende il nome il Presidio Civile.
Del santo si tramanda che fosse medico e in seguito vescovo di Sebaste, nell’odierna Armenia,
mentre il suo martirio avvenne durante le persecuzioni dei cristiani, intorno all’anno 316. La figura
di San Biagio è venerata in Occidente e in Oriente e il suo culto è largamente diffuso sia nella
Chiesa cattolica sia in quella ortodossa.
Dei numerosi miracoli compiuti già in vita, si ricorda quello per cui è più conosciuto, ossia la
guarigione di un giovane che stava morendo a causa di una lisca di pesce conficcata nella trachea.
Biagio, arrestato in seguito come molti altri cristiani nell’epoca delle persecuzioni, venne portato in
carcere e nel lungo cammino per raggiungere la prigione fu protagonista di altri miracoli, che gli
portarono grandissima fama di santità.
Il patrocinio di San Biagio come guaritore di ogni malattia della gola e delle vie respiratorie si
diffuse rapidamente, così come la consuetudine di celebrare il suo ricordo e intitolargli istituti
ospedalieri. Anche nella nostra città l’ospedale di San Biagio costituiva, insieme a quello di
Sant’Antonio, uno degli undici luoghi di cura dell’Alessandria medievale; già documentato in un
atto del 1353 e situato nel quartiere Rovereto.
Le celebrazioni di quest’anno si terranno venerdì 3 febbraio alle ore 17,30 nella chiesa
dell’Ospedale e prevedono l’eucaristica solenne e la benedizione della gola: «Nell’occasione – ha
spiegato il cappellano dell’ospedale don Stefano Tessaglia – saranno affidati al Signore tutti i malati
e si esprimerà un vero senso di gratitudine per il personale che opera ogni giorno con sacrificio e
dedizione per la salute dei pazienti. Verrà inoltre ricordato monsignor Giovanni Semino, cappellano
dell’ospedale dal 1977 al 2010, a tredici anni dalla sua scomparsa».
«Con la presenza del covid ancora in mezzo a noi, ritrovarci come comunità per rinnovare la nostra
richiesta di protezione per tutte le malattie delle vie respiratorie, assume un valore particolare e la
fede, insieme all’impegno concreto di tutti, ci aiuta a coltivare la speranza e la fiducia. Anche
sull’esempio di San Biagio, impariamo così a non lasciare che sia l’individualismo a prevalere,
rendendoci indifferenti alla sofferenza di molti fratelli e sorelle, mettendo invece al primo posto –
anche nella preghiera – i più vulnerabili e bisognosi», ha concluso don Stefano.

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