Silvia Romano, giallo sul riscatto. Sembrano 40 i milioni di euro pagati per la liberazione
ROMA – È giallo sul riscatto pagato per la liberazione di Silvia Romano. Le ultime notizie che filtrano sulle testate giornalistiche nazionali, infatti, fanno lievitare la cifra a quota 40 milioni di euro. Un finanziamento dei gruppi terroristici somali che potrebbe portare ad un’escalation di rapimenti di italiani all’estero (o più in generale di cittadini occidentali).
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Se le voci diffuse dai quotidiani fossero fondate sarebbe letteralmente un insulto a tutti coloro che sono stati costretti “agli arresti domiciliari” dallo stato per fermare l’avanzata del coronavirus e che non hanno ancora ricevuto nemmeno un euro della cassa integrazione o delle varie indennità promesse.
La Procura di Roma, intanto, è al lavoro su diversi tabulati telefonici e contatti per risalire ai mandanti ed agli organizzatori del sequestro. Agli atti dell’inchiesta per sequestro di persona con finalità di terrorismo ci sono documenti acquisiti dai carabinieri del ROS nell’estate del 2019 e messi a disposizione dagli inquirenti del Kenya.
Dalle prime indiscrezioni sembra che si sia trattato di un sequestro su commissione e pianificato in Somalia da islamisti del gruppo Al Shabaab, un gruppo di fondamentalisti islamici che gli USA da anni stanno cercando di fermare.
Proprio gli USA, infatti, sarebbero alquanto alterati con il Governo italiano per il riscatto pagato e starebbero per mandare una formale richiesta di informazioni all’Italia.
Ma se la Romano si è davvero sposata con uno dei propri sequestratori e se davvero, come dicono, aspetta un figlio da lui e non vede l’ora di tornare da lui, era proprio necessario pagare questo riscatto esagerato quando milioni di italiani muoiono di fame?
Ma soprattutto, perché al suo arrivo all’aeroporto non è stato rispettato il protocollo anticontagio con un assembramento che non si è mai visto fino ad ora? Le regole dovrebbero valere per tutti. Anche per i politici in passerella.