Associazione Culturale “Identità Italiana – Italiani all’estero”: “Azioni culturali per gli italiani all’estero, gli italo-discendenti e gli italofoni”
Roma (Il Presidente Avvocato Aldo Rovito) – “Non va trascurato il mondo degli Italiani all’estero, non solo dei Sei milioni di emigrati iscritti all’AIRE, ma anche dei 70 Milioni di Italo-discendenti (molti dei quali anche se non piu’ italiani de jure, si sentono tuttavia italiani per ragioni affettive e culturali e degli italofoni, cioe’ le minoranze di lingua italiana esistenti in altri paesi (Svizzera, San Marino, Croazia, Slovenia, Montenegro).
Se si vuole intervenire in campo culturale anche all’estero, per affermare il “potere dolce” della cultura italiana, non si possono trascurare le potenzialita’ offerte dalla vasta rete diplomatica italiana ( Seconda al mondo per numero di sedi, dopo gli Stati Uniti), con i suoi Addetti Culturali, dagli oltre ottanta Istituti Italiani di Cultunei cinque continenti, dalla capillare ed estesa rete della benemerita Societa’ “Dante Alighieri”, oltre che dalle sette Scuole Statali istituite ed operanti Atene, Barcellona, Madrid, Istanbul, Parigi e Zurigo.
Sono potenzialita’ che vanno meglio organizzate, indirizzate e finanziate (soprattutto le Scuole!).
Per quanto riguarda le attivita’ della rete diplomatica e degli Istituti Italiani di Cultura, non credo che noi italiani all’estero possiamo esprimere un giudizio del tutto positivo. Accanto ad iniziative di grande rilievo, come grandi esposizioni di Maestri dell’Arte Italiana, da ultimo in ordine cronologico, la Mostra virtuale del Rinascimento Italiano inaugurata in quest igiorni ad Astana, capitale del Kazakhstan), o agli accordi promossi in molte sedi per l’istituzione di Cattedre di Italiano in Istituti Superiori e in Universita’, spesso si assiste a manifestazioni di carattere elitario di dubbio valore culturale, che strizzano l’occhio ad una cultura globalizzata e globalizzante, invece di esaltare le peculiarita’ della Cultura Italiana, attente piu’ a seguire mode effimere che non ai valori eterni della nostra cultura.
Non va inoltre trascurato l’apporto che potrebbe dare la RAI, con le sue trasmissioni riservate agli Italiani all’Estero che andrebbero ampliate e potenziate, cosi’ come una maggiore attenzione si dovrebbe avere nei riguardi dei numerosi mezzi di comunicazione “italiani” esistenti all’estero, dei quali andrebbero rivisti i sistemi di erogazione dei contributi statali, per rendere effettiva la possibiita’ di una informazione per gli italiani all’estero, libera da ogni condizionamento economico o politico.
Il discorso nel suo insieme andrebbe approfondito ed analizzato in una sede apposita.
La nostra Associazione si mette a disposizione degli organizzatori del convegno, degli operatori culturali e dei politici presenti e di chiunque vorra’ ascoltarci per condividere le nostre esperienze, le nostre testimonianze e le nostre proposte.”
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