“I figli non si comprano”: il manifesto di “Pro Vita” e la censura preventiva
Riceviamo e pubblichiamo, facendo nostre le perplessità espresse dal lettore. Non possiamo fare a meno di chiederci se un manifesto di orientamento opposto (ad esempio pro aborto) avrebbe ricevuto lo stesso trattamento:
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“Spett. redazione
Oggi ho mandato una mail all’ ICA di Alessandria, cioè l’ufficio affissioni.
ho chiesto informazioni su una affissione che vorrei fare a maggio per conto di una associazione.
Mi hanno risposto che fra i vari documenti che avrei dovuto mandare c’era il bozzetto del manifesto.
Io l’ho mandato, ma ho chiesto perché a loro servisse il bozzetto. C’era forse qualche forma di censura?
Mi hanno risposto che non c’era nessuna censura, ma loro avrebbero mandato il bozzetto al Comune per chiedere l’ “avvallo”,
E ciò perchè il manifesto era “molto di impatto” e il tema “delicato”.
La cosa però è molto contraddittoria.
Loro non censurano, ma si ritengono in grado di giudicare se un manifesto è “di impatto” oppure no, e se è “delicato” oppure no.
E lo passano ad un altro ente che invece la censura la può fare e deve dare l’avvallo.
Se non è censura questa che cos’ è? siamo come in Corea del Nord o in Cina.
Magari il comune darà l’ OK, ma non è comunque giusto che un cittadino o una associazione debbano chiedere il “permesso” per esprimere le loro idee pubblicamente.
L’ articolo 21 della costituzione afferma “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria”
L’ autorità giudiziaria non è quella amministrativa.
Quindi loro non possono mettere nessuna censura e non devono dare l’ avvallo a niente!!!.
Nè i funzionari dell’ ICA, nè il Comune.
Non voglio gettare la croce sui funzionari dell’ICA che si trovano fra due fuochi. Ma indubbiamente c’è un problema di democrazia e libertà (e di legalità) in questo paese.
L’associazione Pro Vita e Famiglia ha già subito varie volte la censura. Non ad Alessandria, ma in tanti comuni, Tutti amministrati dalla sinistra. Quelle amministrazioni che fra qualche giorno si troveranno in piazza per festeggiare la fine del fascismo.
Ma è proprio la censura uno degli ingredienti fondamentali del fascismo.”
Angelo Mandelli
Questo il testo del funzionario ICA che ha provocato la risposta che riportiamo sopra:
“Buongiorno,
non facciamo nessuna censura preventiva, semplicemente chiediamo il bozzetto per verificare la presenza di sponsor e/o loghi commerciali e valutare sul momento se la riduzione del 60% decade o no.
In ogni caso, ci riserviamo di chiedere l’avvallo del Comune di Alessandria, visto l’argomento delicato e l’immagine proposta molto di impatto….”