“La resa di Alessandria” di Giulio Legnaro al Salone del Libro di Torino

Venerdì 19 maggio, prima mattina. Una giornata di pioggia intensa accompagna un pullman al Lingotto Fiere di Torino dove si svolge il Salone Internazionale del Libro.
Sopra, con in mano il fumetto “La resa di Alessandria” appena distribuito, gli studenti di due classi dell’Istituto di Istruzione Superiore Umberto Eco, l’ex Liceo Plana di Alessandria, incominciano a conoscere una storia antica, quella del 1183 che è stata scritta e disegnata a colori con il suo stile originale da Giulio Legnaro.
Acqua e anche vento a Torino e lunga coda ai cancelli per entrare; poi, l’accogliente sala viene interamente occupata in attesa della presentazione.
Si comincia e il Presidente Cavalchini dell’Associazione Docenti Senza Frontiere spiega che l’dea collaborativa di mettere insieme enti pubblici, con il Comune di Alessandria capofila, e realtà locali come la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, ha come finalità la valorizzazione del patrimonio storico e culturale della nostra città.
Poi, l’opportunità di essere invitati al Salone Internazionale del Libro ha risvegliato l’orgoglio alessandrino, che deve essere portato oltre il confine territoriale, ed ha trovato nella scuola la disponibilità di far trascorrere agli studenti una giornata culturale all’interno del più grande evento italiano dedicato all’editoria.
I Consiglieri Ferraris e Vanin del Comune di Alessandria, quest’ultimo Presidente dell’Associazione Idea, hanno espresso le loro riflessioni sull’importanza di avere un fumetto culturale che ricostruisce la famosa giornata del 14 marzo 1183 quando Alessandria venne cancellata dall’imperatore Barbarossa e rifondata con il nome di Cesarea.
Giulio Legnaro ha quindi dialogato con il Consigliere Ferraris; su aspetti legati allo scopo del fumetto, inteso come un nuovo linguaggio accettato anche nelle scuole per trasmettere messaggi di comprensione, ma anche di sensazioni emotive che il lettore in modo personale e intuitivo può elaborare nel suo immaginario.
E ancora come maniera utilizzata dai sudditi alessandrini per combattere una battaglia silenziosa e intelligente, che in poco più di un decennio ha portato gli abitanti a riprendersi il nome di Alessandria evitando che la città fosse rasa al suolo come avvenuto per le città di Tortona e Milano nello stesso periodo medievale.
E’ stato quindi rimarcato che l’inclusione deve permettere di ampliare l’aggregazione, deve essere una opportunità e una nuova alternativa di coesione per sperimentare il dialogo e il rispetto delle regole di convivenza di un’intera comunità.
Poi la sorpresa, arriva l’Assessore alla Cultura Vittoria Poggio che porta i saluti della Regione Piemonte: si complimenta per l’importanza dell’iniziativa culturale alla quale hanno aderito i giovani presenti e altresì di vedere Alessandria ben rappresentata al Salone Internazionale del Libro.
Nel mentre giunge anche il Sindaco emerito Cuttica di Revigliasco che viene invitato a porgere i saluti.
Traccia quindi un breve percorso storico della vicenda rimarcando che le fondazioni sono due, la prima illegale in nome di papa Alessandro III e la seconda, quella del 1183, legittima e giuridicamente valida; invita poi gli studenti a ricercare le personali attitudini e a svilupparle anche terminato il percorso di studi.
Le conclusioni sono della professoressa Massucco che rivolgendosi a Legnaro mette in risalto il modo originale e colorato di presentare la storia, che si basa sulla ricerca dei fatti e che si coniuga con personaggi di fantasia che incuriosiscono il lettore.
“La resa di Alessandria” riporta nella copertina la scritta l’Eco del fumetto; è questo un modo per rendere omaggio al nostro straordinario concittadino, appassionato di fumetti e autore di una famosa battuta “Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se invece desidero impegnarmi leggo Corto Maltese”.

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