Unanimità per i diritti delle donne in Afghanistan e Iran

Torino – Un ordine del giorno per le donne afgane e iraniane, a favore della libertà e delle condizioni di vita, del rispetto dei diritti individuali. Lo ha votato all’unanimità il Consiglio regionale, riunito straordinariamente presso l’Arena Piemonte del Salone del libro di Torino.
Il primo firmatario del documento è il presidente Stefano Allasia, che ha spiegato: “Abbiamo inaugurato questo Salone del Libro con l’intitolazione della piazza a Mahsa Amini perché volevamo dare un segnale di grande attenzione mantenendo accesa una luce su fatti che hanno visto e vedono ogni giorno oppressioni e violenze orrende e inaccettabili nei confronti delle donne e di ogni individuo”.
È intervenuta poi Chiara Caucino, assessore alle Pari opportunità, spiegando che “La condizione della donna nei paesi dove vige la legge coranica è molto difficile. Per quanto possibile dobbiamo aiutare le donne che per ribellarsi stanno rischiando la loro stessa vita”.
Roberto Ciambetti, Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative e presidente del Consiglio veneto, ha condannato ”senza esitazione le violazioni dei diritti umani nei confronti delle donne e delle minoranze in questi Paesi”
Giampiero Leo, Vice Presidente del Comitato regionale Diritti Umani e Civili: “Non parlare di queste cose significa negare un evento drammatico, per questo bisogna farlo anche a costo dell’impopolarità”.
Sara Zambaia Vice Presidente dello stesso Comitato ha aggiunto che “tutti stiamo cercando di fare il possibile, dobbiamo riuscire insieme a lavorare affinché queste non siano parole al vento e si tramutino in azioni diplomatiche concrete”.
Younis Tawfik Componente del Comitato ha quindi spiegato che “come musulmano vorrei chiedervi di rendere omaggio alle nostre donne che oggi lottano per la loro libertà, senza le donne la vita non esiste, senza le donne non esiste la libertà”.
Stefano Saluzzo, delegato dell’Università del Piemonte Orientale all’interno della Rete Università per la Pace: “Queste violenze prosperano nell’indifferenza generale, ma la società civile ha la forza di fare pressioni: grazie quindi per questa iniziativa”. È intervenuta anche Anna Maria Poggio, Cgil, che ha parlato a nome di tutti i sindacati, ricordando anche le discriminazioni sul lavoro e nel diritto allo studio.
Andrea Cane (Lega) ha spiegato: “Le donne afghane e iraniane sono state private dei loro diritti fondamentali, sono state maltrattate e discriminate. Persino la sanità, il diritto alla salute è stato loro negato”.
Monica Canalis (Pd) ha sottolineato che “La nostra Regione è particolarmente idonea a questo compito perché proprio in Piemonte nel 1848 si conferirono i diritti alla minoranze religiose: valdesi ed ebrei. È fondamentale mantenere alta l’attenzione su queste tematiche, sensibilizzando la società al rispetto dei diritti umani”.
Carlo Riva Vercellotti (Fdi) ha aggiunto che “il nostro gruppo condanna con fermezza la violenza oscurantista del regime talebano e quella del regime iraniano. Nella contrapposizione tra democrazie e autocrazie considero le donne fiori nel deserto”.
Mario Giaccone (Moderati): “Occorre con urgenza rafforzare gli organismi internazionali a salvaguardia dei diritti, affinché possano concretamente agire. L’Ue si sta già muovendo in questa direzione”.
Silvana Accossato (Luv): “Sento il dovere di intervenire oggi, non nascondendo però un senso di inadeguatezza: è facile per noi parlare qui in un consesso democratico, in un Paese libero. Sento la distanza da quelle battaglie, mi chiedo cosa effettivamente stiamo facendo concretamente”.
Sarah Disabato (M5s): “Violenze, violazioni e crimini. Questo sta succedendo in Afghanistan e Iran. Ed è una doppia sconfitta, visto che ormai sta passando tutto sotto silenzio, si parla di queste cose all’inizio e poi si dimenticano. Teniamo viva l’attenzione”.
Alessandra Biletta (Fi) ha chiuso gli interventi dei consiglieri affermando: “Confermiamo la nostra vicinanza e solidarietà a queste donne, condannando ogni violenza contro i manifestanti. Non voglio però dimenticare che la donna vede negati i propri diritti anche in altri Paesi del mondo, ricordiamo che in Italia il 31 percento delle donne ha subito qualche violenza fisica o psichica”.

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