Regione, asili e scuole per l’infanzia bocciano il Governo
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L’emergenza Covid-19, infatti, ha letteralmente messo in ginocchio i servizi per l’infanzia, in particolare quelli 0-6, a cui è vietato, ad oggi, riaprire. Un disagio che in primo luogo si abbatte sui lavoratori, circa 15mila che operano nelle 700 strutture piemontesi, ma anche sulle famiglie che, con il ritorno al lavoro, si ritrovano a dover conciliare la propria attività con la gestione dei figli. Una situazione giudicata inaccettabile e non più sostenibile: «Siamo profondamente angosciati – spiegano le referenti regionali del Comitato, Sabrina Bonini, Erika Giromini e Valentina Beltrami – viviamo un incubo da 3 mesi, ogni giorno affondiamo nelle sabbie mobili create da chi dovrebbe tutelare le piccole imprese dell’educazione, le migliaia di lavoratori di tutta Italia, educatrici, insegnanti, cuoche, ausiliare che non hanno prospettive. Mesi di battaglie per arrivare allo stesso risultato dell’inizio del lockdown: siamo invisibili, addirittura al punto che ci viene vietato di riaprire ed insieme andranno a cessare gli aiuti degli ammortizzatori sociali. Oltre a non avere ricevuto alcun contributo per la sopravvivenza se non l’attenzione che ci ha riservato la Regione Piemonte con lo stanziamento dei 15 milioni per rimborsare le rette alle famiglie. Solo in Piemonte sono circa 700 le Strutture Educative private «0-6», con una ricettività di 15mila posti e altrettanti occupati. Capirete facilmente dai numeri la gravità della situazione».