Coldiretti Alessandria: “Meno cinghiali, più agricoltura: presentato decalogo con le azioni anti peste”
Alessandria – Meno cinghiali più agricoltura. Alle imprese agricole serve poter lavorare e riprendere, in condizioni di sicurezza e basso rischio, l’attività di allevamento e macellazione dei suini nelle aree soggette a restrizione.
E’ quanto Coldiretti Piemonte ha espresso al governatore, Alberto Cirio, che insieme al Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, Vincenzo Caputo, collegato in video conferenza come anche il vice presidente Fabio Carosso e l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, hanno incontrato una rappresentanza di suinicoltori piemontesi con i presidenti ed i direttori di tutte le federazioni provinciali, nella sede di Coldiretti Piemonte.
Per Coldiretti Alessandria c’erano il Presidente Mauro Bianco, il Direttore Roberto Bianco e Marco Moro, titolare dell’azienda suinicola “Da Pina” in Val Borbera, in zona rossa dal 7 gennaio 2022, 400 capi assolutamente sani dovuti abbattere a tutta velocità, vuoto stalla da oltre un anno e tanta amarezza per troppe chiacchiere e pochi fatti.
Il vuoto stalla: un disastro per la filiera, per il Made in Italy, per la biodiversità e la lista potrebbe allungarsi ancora. Un’azienda tramandata da generazioni, “Da Pina”, a Molo di Borbera, con le più moderne tecniche di lavorazione a filiera chiusa, dall’ingrasso dei maiali alla loro macellazione sino alla trasformazione delle carni. Da un anno e mezzo vive tutta la drammaticità della situazione e un immobilismo che non può più essere tollerato.
“Torniamo sulla questione abbattimenti perché sono ancora totalmente insufficienti, anche in zona buffer e in quella infetta: nello scorso anno sono arrivati a superare appena i 25 mila, quando l’obiettivo era quello di raggiungere i 50 mila mentre i casi di peste dei cinghiali aumentano e sono arrivati a 440 in Piemonte, come riporta il Bollettino Epidemiologico nazionale del 6 giugno 2023 – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. A fronte di questo scenario, in cui non possiamo che rilevare come le misure adottate fino ad ora siano state insoddisfacenti, abbiamo presentato al governatore Cirio e al Commissario Caputo un decalogo delle azioni prioritarie, costituendo una Commissione permanente e periodica di monitoraggio per salvaguardare le nostre imprese suinicole a rischio”.
“E’ urgente incrementare il livello di sicurezza, avvalendosi anche delle Forze armate e delle Forze dell’ordine per il depopolamento, affinché la problematica venga limitata e non si estenda ulteriormente andando a creare una paralisi anche delle attività ludico-ricreative e dell’indotto ad esse collegato nelle aree soggette a restrizioni come anche va portato avanti il discorso, che già aveva trovato un’apertura da parte del Commissario Caputo durante l’incontro dello scorso 8 maggio proprio qui ad Alessandria, per attivare una filiera no food che permetta di valorizzare la carne di cinghiale”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Insomma, vanno messe in atto tutte le azioni possibili, le energie e le risorse disponibili per eradicare il virus, tutelare la nostra suinicoltura e mettere in sicurezza il nostro territorio che, a livello regionale e provinciale, vanta uno dei più importanti e variegati patrimoni in ambito agroalimentare. Produzioni di qualità che rappresentano un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, costituendo anche una componente essenziale dell’identità culturale e territoriale.
La filiera suinicola provinciale conta 400 stalle, con oltre 30.000 capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale. A livello piemontese conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale.
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