Silvio Berlusconi nel ricordo di Carmine Passalacqua

Piango Silvio Berlusconi addolorato come fu per i miei Genitori, al pari di un parente ed amico. L’ho apprezzato fin dall’inizio della sua ascesa in campo politico ed ho ammirato le sue capacità manageriali e la sua lucidità per favorire il progresso in ogni campo. La sfida politica ha smosso il vetusto ambiente dei vecchi Partiti consolidati dalle elezioni del 1948. Travolti dalla bufera di “mani pulite” , ci fu un momento di smarrimento e contestazione per cui era facile arrivare a colpi di stato o rivoluzioni fratricide.
Berlusconi ha creato le condizioni per rinnovare la democrazia elettiva, ed avrebbe meritato di essere il Presidente della repubblica italiana per la sua disponibilità e cortesia verso chiunque. Il suo insegnamento di non considerare “nemici da abbattere” gli oppositori politici, dovrebbe essere inculcato nella mente di alcune persone della politica alessandrina, e mi riferisco esattamente a tutti coloro che si adoperarono per creare la notizia deleteria del “dissesto” a carico dell’amministrazione Fabbio per arrivare a coinvolgere Corte dei Conti e Tribunale penale affinché il centrodestra fosse cancellato. Stessa modo di fare rancoroso l’ho subito personalmente con le contestazioni accese, addirittura l’organizzazione di una manifestazione pubblica sotto il Comune contro il sottoscritto, travisando le mie dichiarazioni e la mia buonafede, ad opera dell’ex Sindaco Rossa in buona compagnia con gli allora Consiglieri comunali di minoranza.
La persecuzione politica subita da Berlusconi non ha pari e ricorda quegli strali infernali delle epoche di Sparta contro Atene. Berlusconi lo vidi per la prima volta al Teatro Alessandrino per la campagna elettorale dell’On. Franco Stradella a fine anni 90, mentre ero sulla balconata della galleria sventolando il Tricolore sabaudo e l’Onorevole fece notare che “anche i Monarchici erano presenti” e lui sorrise ed apprezzo’. Poi venne a sostegno del candidato Sindaco prof. Piercarlo Fabbio al Teatro Comunale a maggio 2007 ed ebbi l’onore di poterlo salutare cordialmente. Lo vidi anche ai raduni di Forza Italia e poi del Popolo della Libertà a Torino, Milano, Roma più volte, ed anche a Brescia quando le orde dei contestatori impedirono lo svolgimento del comizio pubblico e fummo scortati fino al parcheggio dei pullman per il rientro. Ad ogni occasione sventolavo il Tricolore sabaudo in segno di gratitudine per aver fatto votare in doppia seduta, rapidamente, Camera e Senato per due volte, affinché fosse abolito l’iniquo esilio dei discendenti maschi di Casa Savoia.
Fu così che l’Italia evitò di pagare le sanzioni pesanti previste dal Tribunale dei Diritti dell’Uomo, dove la Real Casa aveva promosso la causa per il rientro, e la stessa fu vinta, con nostra immensa soddisfazione per la crudeltà di impedire a due Italiani di poter liberamente venire in Patria. Il dolore resterà sempre per la triste fine di Re Umberto II morto in esilio con l’unico desiderio di poter rivedere l’Italia.
La Regina Maria Josè, rimasta vedova, fu dispensata dalla Tredicesima disposizione finale e transitoria della Costituzione repubblicana, per cui riuscì a rivedere alcune città care come Aosta, Torino, Genova, Firenze. Entrambi sono ancora in esilio sepolti nell’Abazia Reale di Hautecombe in Savoia. Il gesto lungimirante di Berlusconi permise di cancellare una norma contestata e sofferta dalla partenza del Re per l’esilio a Cascais in Portogallo di cui ricorre l’anniversario il 13 giugno, dopo aver atteso l’esito dell’esame delle migliaia di ricorsi sul referendum istituzionale e la mai proclamata vittoria della repubblica, ma bensì la semplice lettura dei risultati finali. Per noi Monarchici l’Onorevole Silvio Berlusconi resta una luce di uomo saggio, corretto e superiore a tanti politici di carriera.

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