Il Museo dell’Apicoltura al “Maglietto” di Novi Ligure: “La stanza delle meraviglie”
La nostra terra è ricca di sorprese, di luoghi interessantissimi che però, purtroppo, non conosciamo.
Sul nostro giornale abbiamo dedicato una rubrica a questo “Splendido Piemonte”, curata da Piercarlo Guglielmero, proprio per invitare i nostri lettori a scoprire luoghi, cultura e persone protagoniste della valorizzazione del nostro territorio.
Uno di questi luoghi che meritano di essere conosciuti e valorizzati è il “Maglietto” di Novi Ligure, che ospita il Museo dell’Apicoltura che merita sicuramente l’appellativo di Real Green.
Riportiamo quindi la cronaca, già apparsa sul nostro quotidiano, di un bellissimo pomeriggio d’estate:
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C’è una grande stanza, che è il Museo dell’Apicoltura al “Maglietto” di Novi Ligure: La stanza delle meraviglie, l’ho definita nella mia mente, appena ci sono entrato, accompagnato da Angela Bisio, una guida non solo competente, ma estremamente appassionata. Una stanza che ci insegna la vita sociale delle api nel loro interagire con gli esseri umani: si, perché il mondo delle api, ed il loro interscambio continuo, che dura da millenni, con gli esseri umani, ci insegna che può esistere, e prosperare, un rapporto fecondo ed equilibrato fra l’umanità e la natura. E che deve essere rispettoso della vita e della straordinaria complessità di uno sciame, di un’arnia, di un insieme sociale incredibilmente efficace…che porta ad un prodotto amato e conosciuto ovunque, che è il miele. Angela Bisio, la Presidente del Museo, che mi ha accompagnato e guidato nel mondo dell’Apicoltura, rappresenta, con fierezza e con convinzione, la quarta generazione di apicoltori del posto.
Nella grande stanza al piano terra, che è una sorta di sala di accoglienza per i visitatori, c’è una specie di totem, fatto interamente in cera d’api dal papà di Angela, Giacomo Bisio, decisamente dedicato alle Api mellifere…in cima la statuetta di Sant’Ambrogio. Si, proprio lui, il Patrono di Milano, nato nell’anno 340 d.C., quindi in età tardo-Romana, e Vescovo eletto a furor di popolo, lui che non era neppure stato ancora battezzato, ché allora i Vescovi li eleggevano i fedeli, in quei primi secoli del Cristianesimo. La leggenda che lo collega al mondo delle api è legata alla sua infanzia: pare che un vero e proprio sciame di api fosse entrato nella stanza dove il bimbo dormiva, senza neppure svegliarlo. E pur se entravano ed uscivano addirittura dalla sua bocca, non gli fecero alcun male. Il padre, subito molto spaventato, vedendo che le api non volevano fare del male al bambino, ritenne quello che vedeva un evento prodigioso, che profetizzava un grande avvenire per il bimbo. La leggenda prosegue affermando che Ambrogio divenne un grande oratore perché alcune api depositarono un poco di miele nella sua bocca. Tutta una mera leggenda? Non è detto, perché in effetti le api non sono di per sé pericolose, non attaccano gli esseri umani. Ho visto lì, accanto al totem a loro dedicato, le foto di Giacomo, sereno e sorridente, con il busto e le braccia completamente ricoperti dalle api…che non lo attaccavano mica…semmai lo abbracciavano, in una strana forma di tenerezza fra uomo ed insetti…
Del resto in quel luogo alla natura vogliono bene davvero. Me ne sono ben reso conto quando il Vice Presidente dell’Associazione, Mauro Corti, ci ha narrato la vicenda del piccolo Gheppio sperduto… semplicemente un pulcino di una delle tantissime specie di falchetti…appunto: un Gheppio…i suoi genitori, chissà perché, hanno deciso di nidificare su una finestrella di quel museo sule rive dello Scrivia. Poi li tengono d’occhio, certo, i piccoli, restando uno su un albero e l’altro su un altro…piuttosto distanti, e nessuno li vede…ma sono falchi e i loro occhi – proverbialmente, no? Occhio di falco… – sono infinitamente migliori di quelli degli esseri umani…Gli adulti, a turno, vanno a caccia per i tre piccoli, portano loro il cibo, lucertole e altre simili cose…e attendono che siano abbastanza grandi per volarsene via da soli… Solo che uno dei piccoli, un giorno, è caduto dal nido, e non sa ancora volare…e allora Mauro Corti, che lo ha visto nell’erba intorno alla casa, ci è andato lui, a caccia di lucertole, e per due giorni lo ha nutrito infilzando le lucertole su un rametto e porgendole al piccolo Gheppio…però era molto preoccupato per la sua sorte, convinto che prima o poi un predatore…
Ma il terzo giorno, quando Mauro è tornato a cercare il piccolo, non lo ha più visto in mezzo all’erba…ahi, si è detto…mi sa che è finita male….ma poi ha alzato gli occhi, e lo ha visto con i suoi fratelli…quasi certamente il maschio, il più forte fra i due genitori, è riuscito a riportarlo con loro…e la sua avventura è finita bene… Mauro e ha raccontato questa storia semplice e bellissima alla gente che, con me, era lì sotto il bel pergolato del Museo dell’Apicoltura, sabato scorso, e tutti noi lo ascoltavamo un bel po’ di commossa trepidazione…questa la splendida atmosfera di un pomeriggio d’estate al Maglietto di Novi Ligure.
Ma facciamo un passo indietro, perché ben prima di questa bellissima storia, ho avuto il piacere di visitare il piccolo ma fornitissimo Museo dell’Apicoltura, intitolato ad Amelia e Giacomo Bisio, che sta al primo piano di quella bella villotta con pergolato e Gheppi, tra il verde e lo Scrivia, con la sua Presidente, Angela Bisio, appunto. L’ho fotografata molto, Angela, mentre mi spiegava i vari processi della lavorazione del miele…ma non mi limiterei a chiamarla una lavorazione, ma direi i tanti processi di compatibilità fra il mondo straordinario dell’alveare e il nostro, di mondo, da quello così diverso. L’ho fotografata molto per cercare di catturare prima di tutto il suo appassionato entusiasmo nel condividere con me il percorso dall’arnia alla conservazione del miele, attraverso il tempo e attraverso le tecnologie. Io non ho certo potuto introitare, mea culpa, la gran quantità di informazioni che Angela mi ha regalato a man bassa, con quel suo tono colloquiale ma estremamente intenso, con la voce che vibrava di un giusto, sacrosanto orgoglio per tutto quel mondo, che vorrei definire magico e incantevole, che è custodito nel suo Museo.
Ma posso dirvi che mi aggiravo nel Museo, un po’ ascoltando le sue parole e molto osservando i suoi gesti, fatti di sapienza antica e di moderna consapevolezza, con in me quello che gli inglesi chiamano sense of wonder – senso del meraviglioso – che bisogna provare, se si ha un minimo di sensibilità, nei confronti delle genuine e sorprendenti emozioni provate in quel luogo, in quelle parole e in quei gesti. Come nelle arnie in legno, antiche, che credo siano state strutturate così davvero da tempo immemorabili, con sopra la bella foto ottocentesca del bisnonno di Angela, o come nel piccolo torchio che serve per rimuovere le ultime tracce di miele dalla cera nel processo di disopercolatura (ovvero la divisione del miele dalla cera)…e così via, per tantissime sorprendenti scoperte…
Ma lasciate che termini questo articolo con un ringraziamento e con un’esortazione. Il ringraziamento va, naturalmente, all’Associazione Maglietto – Novi Ligure, intanto per saper gestire così bene il loro singolare e ragguardevole Museo dell’Apicoltura, e poi per aver creato per tutti noi un’atmosfera di straordinaria convivialità…seduti sotto quel pergolato, a conversare serenamente di Gheppi e altri volatili, api e libri…e della grande bellezza di questo Splendido Piemonte…davvero non si sarebbe più venuti via, da quella situazione di sereno incanto. L’esortazione è quella di andarci, di portare i bambini e le scolaresche, a visitare quel luogo così bello, così accogliente. Per conoscere meglio, chiedere informazioni di ogni genere, c’è il sito internet www.maglietto-noviligure.it, oppure si può mandare una mail a info@maglietto-noviligure.it, oppure basta una telefonata al 3494388834.
Si: sono davvero tanti, i luoghi memorabili di questo Splendido Piemonte.