Martedì 14 novembre alla Biblioteca Civica di Alessandria presentazione del saggio di Chiara Lanzi “Un vero nucleo di modelli dimostrativi”

Alessandria – Martedì 14 novembre, alle ore 17.30, nella Sala Bobbio della Biblioteca Civica di Alessandria si terrà la presentazione del saggio della dottoressa Chiara Lanzi “Un vero nucleo di modelli dimostrativi ” sulle vicissitudini della collezione dei modelli in gesso dello scultore Giulio Monteverde, in occasione della sua pubblicazione sull’ultimo numero della prestigiosa Rivista di Storia Arte e Archeologia per le province di Alessandria ed Asti.
Interverranno Alberto Ballerino e Rino Tacchella, rispettivamente Presidente e Vice presidente (per la categoria ARTE) della Società di Storia Arte e Archeologia per le province di Alessandria ed Asti.
Quando il celebre scultore Giulio Monteverde morì – nell’ottobre del 1917 (erano i giorni prossimi alla disfatta di Caporetto) – nel suo studio romano di Piazza Indipendenza si raccoglieva una grande quantità di modelli originali in gesso che, essendogli serviti per realizzare le sue più ammirevoli sculture, testimoniavano l’intero arco della sua carriera, dagli esordi (con il gruppo Bambini che giocano con il gatto, del 1867) alla conclusione (con il Monumento a Saracco del 1917, inaugurato postumo ad Acqui nel 1922).
Pare che l’artista stesso avesse espresso in vita il desiderio che tutti i modelli in gesso “fossero conservati in locali aperti al pubblico e messi a disposizione degli studiosi”, ideando addirittura l’architettura di uno specifico padiglione destinato ad accoglierli.
Le sue figlie ed eredi – Erminia, Luigia e Corinna Monteverde – donarono nel 1919 la collezione dei gessi alla città di Genova. Come afferma Orlando Grosso, all’epoca responsabile dell’Ufficio Belle Arti del Comune di Genova e protagonista di buona parte della vicenda, la donazione fu accolta salutandola come “un grande valore” dal punto di vista artistico e didattico, in quanto le opere “donate nel loro complesso” formavano “un vero nucleo di modelli dimostrativi”.
Tuttavia, come mostra questo studio, la storia della collezione, negli anni successivi, sarebbe stata incredibilmente complessa, tanto che oggi dobbiamo constatare che circa 1/3 dei gessi è andato distrutto o disperso e che molti di quelli sopravvissuti, variamente musealizzati, presentano lacune o danni più o meno estesi. Seguendo le tracce di questa intricata vicenda Chiara Lanzi ci offre con il suo saggio un significativo contributo per approfondire la conoscenza della figura e dell’opera di Giulio Monteverde,  ma  anche della temperie culturale in cui la sua collezione venne accolta.

Chiara Lanzi
Nata a Torino in una famiglia di musicisti professionisti, conduce studi classici e umanistici, laureandosi presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi di ricerca in Storia dell’Arte moderna dedicata al patrimonio figurativo del territorio astigiano e alessandrino sotto la guida del professor Giovanni Romano.
Per molti anni lavora a Torino presso la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, oltre che per il Polo Museale Universitario torinese.
Non abbandona mai l’interesse per i temi della storia dell’arte nell’area astigiana e alessandrina, collaborando a cataloghi per mostre scientifiche e a svariate pubblicazioni.
Dal 2011 al 2021 direttrice del Museo comunale Gipsoteca Giulio Monteverde di Bistagno dove cura particolarmente la sezione didattica, ispirata all’esperienza del Museo internazionale delle Ceramiche di Faenza, e organizza eventi di ampio respiro come il “Rural Film Fest”, il “Simposio internazionale di modellato e formatura in gesso”, workshop d’arte e mostre di artisti contemporanei in dialogo con la collezione permanente.
Dopo due anni di lavoro presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo, attualmente lavora per la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Genova e la Provincia di La Spezia.
Contemporaneamente sta portando avanti il progetto Gipsoteche in luce, dedicato alla costituzione di un polo museale di tre gipsoteche monografiche nel territorio delle Valli Belbo e Bormida (Bistagno/Giulio Monteverde, Monastero Bormida/Edoardo Rubino, Nizza Monferrato/Claudia Formica).

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Ingresso libero
Per info: 0131515917
biblioteca.civica@comune.alessandria.it.