Coldiretti Alessandria: “DDL carne artificiale: serve chiarezza, il cibo è strategico, chi lo detiene governa il mondo”

Alessandria – Smantellare le bugie sul cibo sintetico, raccontare in modo efficace il grande lavoro che svolgono gli agricoltori per mettere così nell’angolo le fake dettate dall’ambientalismo più spinto e valorizzare il reddito dei produttori. Grazie alla battaglia ingaggiata da Coldiretti è stato sollevato il velo su un business che si stava realizzando sotto traccia. A questo punto la Ue è chiamata a un ragionamento più profondo, così come l’Efsa. Coldiretti in pratica vuole che Bruxelles dica con chiarezza se intende trattare questi prodotti come novel food o come farmaci con un iter di approvazione più lungo. Ed è ovviamente quest’ultima la linea che Coldiretti porta avanti.
Ed è ciò che chiedono i consumatori. Quasi 3 italiani su 4 (74%), infatti, dicono no al cibo artificiale prodotto in laboratorio, dalla carne al latte fino al pesce che gruppi di potere finanziario e multinazionali stanno cercando di imporre sui mercati mondiali nonostante le perplessità sugli effetti a lungo termine sulla salute umana.
Il dato emerge dall’Indagine Coldiretti/Notosondaggi in occasione dell’avvio alla Camera dell’esame del disegno di legge del Governo, già approvato con modifiche dal Senato, che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali.
Una risposta alla grande mobilitazione della Coldiretti che ha portato alla raccolta di oltre 2 milioni di firme a sostegno del provvedimento, con oltre 2.000 Comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità, tutte le Regioni oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci. In Piemonte sono già state raccolte oltre 60 mila firme e hanno espresso il “No” al cibo sintetico più di 500 comuni di ogni colore politico ed esponenti di ogni schieramento, oltre al governatore Alberto Cirio. In provincia sono stati oltre 8.000 i cittadini che hanno firmato la petizione e oltre il 60% dei Comuni.
“Abbiamo acceso i riflettori su una questione delicatissima da cui dipende il futuro non solo dell’economia italiana, ma anche della democrazia a livello planetario. Perché accentrare nelle mani di pochi la gestione del cibo porterebbe a uno stravolgimento geopolitico. Il cibo è strategico, chi lo detiene governa il mondo. L’Italia che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare ha la responsabilità di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute e dell’ambiente”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Emerge una certa prudenza da parte degli italiani e la diffusa diffidenza conferma la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte ad una nuova tecnologia con molte incognite che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda.
“Per il tipo di processo e per gli ingredienti utilizzati vanno applicate le procedure autorizzative previste per i medicinali, che necessitano di prove sperimentali di almeno dieci anni. L’Efsa dovrà tenere conto del fatto che, come segnalato nel rapporto Fao e Oms sul cibo a base cellulare, esistono rischi che riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica oltre alla necessità di una particolare attenzione sull’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni usati nei bioreattori ma vietati negli allevamenti europei da oltre 40 anni. Un limite invalicabile presente nella legislazione europea”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Non è un caso che in Paesi dove è stata consentita la vendita, come Israele, prima del consumo, venga chiesta la firma su una liberatoria dalle responsabilità e conseguenze sulla salute. Come pesano le preoccupazioni anche sul piano ambientale. I risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner ed i suoi colleghi dell’Università della California a Davis hanno evidenziato che il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni chilogrammo prodotto è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale.

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