Coldiretti Alessandria: “Ringraziamento: stile cooperativo e fiducia nel futuro, per sviluppo e crescita dell’agricoltura”
Alessandria – “Il cibo di ogni giorno come segno della bontà di Dio e l’Eucarestia per scardinare quelle strutture del male che affliggono la nostra società. Saper dire grazie, nonostante le difficoltà, per continuare quel cammino di crescita e di speranza che proprio i coltivatori nella ricorrenza di San Martino e l’inizio di una nuova annata agraria hanno fatto proprio. Continuare ogni giorno a coltivare il futuro, il buon cibo, e non certamente l’ignoranza”.
Le parole di Mons. Ivo Piccinini, Consigliere Ecclesiastico provinciale, hanno accompagnato la 73ª Giornata Provinciale del Ringraziamento che Coldiretti Alessandria ha organizzato a Castelnuovo Scrivia nella parrocchia “SS. Pietro e Paolo”, celebrazione eucaristica concelebrata con don Paolo Caorsi.
Sul sagrato antistante la cattedrale i trattori, moderni esempi di meccanizzazione agricola, hanno accolto i coltivatori: tra le autorità che hanno preso parte alla funzione religiosa assieme ai vertici della Coldiretti alessandrina, il presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino, il Sindaco e il Vice Sindaco di Castelnuovo Scrivia, Gianni Tagliani e Paola Pisa.
Riconoscenza, inclusione, fiducia e rispetto perché “non fare il male è cosa buona ma non fare il bene non è cosa buona”: prendendo spunto dalle parole di Papa Francesco, nella Giornata Mondiale delle Povertà, il mondo agricolo di Coldiretti Alessandria si è unito in preghiera ed è stata l’occasione per interrogarsi su “Lo stile cooperativo per lo sviluppo dell’agricoltura”, ponendo l’attenzione sul mettere al centro ciò che è scritto nell’Enciclica Fratelli tutti, ossia “ci si può salvare unicamente insieme”.
Riflettere sulla cooperazione per promuovere la rigenerazione economica nel settore agricolo e, allo stesso tempo, coltivare insieme un rapporto diretto con i consumatori finali. Una vicinanza tra produttori e consumatori, che può trarre forza dallo stile cooperativo e diventa guadagno sociale e alimentare, oltre che economico, perché aumenta sia la fiducia nelle relazioni sia la qualità del cibo.
Con queste parole la Commissione dei Vescovi per la Pastorale Sociale del Lavoro ha invitato a mettere in primo piano l’importante ruolo dei componenti dell’impresa i quali devono essere consapevoli che “la comunità nella quale operano rappresenta un bene per tutti e non una struttura che permette di soddisfare esclusivamente gli interessi personali di qualcuno”. Solo tale consapevolezza permette, infatti, di giungere alla costruzione di un’economia veramente al servizio dell’uomo e di elaborare un progetto di reale cooperazione tra le parti sociali. La vera cooperazione non ha nulla a che vedere con lo sfruttamento lavorativo, bensì potrebbe essere un volano di inclusione di chi è più debole.
Di fronte ai cambiamenti climatici, azioni condivise, sostenute anche dallo stile cooperativo, permettono di mettere in atto un’opera formativa che affronti insieme, superando ogni tentazione egoistica, i disagi sempre più frequenti causati dalle calamità naturali.
“Da sempre il mese di novembre per la Coldiretti è un momento di preghiera durante il quale il mondo cattolico rurale si ritrova unito per rivolgere il proprio Grazie per i frutti ricevuti e per l’avvio della nuova annata agraria, un’occasione per stare insieme ed esprimere quel sentimento di riconoscenza che i coltivatori hanno da sempre fatto proprio – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Le imprese cooperative del settore agroalimentare, mettendo insieme le loro risorse, possono essere attive nei campi dell’innovazione e dello sviluppo per promuovere nuovi processi produttivi, collaborando con centri di ricerca pubblici e privati e avendo cura di certificare sempre di più i loro prodotti e immetterli sul mercato”.
Il principio della fraternità in agricoltura è ancora più necessario nel contesto storico attuale, nel quale la cura condivisa del territorio, soprattutto di quello rurale come avveniva nel passato, può prevenire disastri idrogeologici e può facilitare un uso condiviso di beni come le risorse idriche, soprattutto nei periodi sempre più frequenti di siccità.
“Siamo gli intermediari, il mezzo attraverso il quale ogni anno si realizza il miracolo della raccolta, la donazione, la distribuzione e la condivisione. Nei frutti c’è parte di noi, del nostro lavoro, della nostra fatica e del nostro impegno che li migliora e ne crea abbondanza”, ha sottolineato nel suo intervento Angelo Boccaccini, Presidente Coldiretti per la Zona di Castelnuovo Scrivia.
La Giornata del Ringraziamento diventa occasione per lodare il Signore per il dono del fratello che condivide il nostro stesso lavoro, permettendo di vivere l’esperienza di comunità nell’attività agricola, non solo a livello familiare e aziendale, ma anche nello stile cooperativo.
“Ciò consente di riflettere anche sul suo senso, che può creare opportunità di condivisione, e può far sì che i territori rurali, soprattutto nelle aree interne, siano rigenerati e ripopolati – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Nel nostro Paese l’agricoltura familiare ha conosciuto un boom nel secondo dopoguerra grazie alla riforma agraria, portando i lavoratori, soprattutto in alcuni territori, a sentirsi corresponsabili dello sviluppo economico che ha favorito tutti, non poche volte scegliendo di mettere in atto lo stile cooperativo. Certo, non sono mancati problemi, soprattutto quando alcuni hanno utilizzato per il proprio profitto l’impresa cooperativa, e non hanno riconosciuto i diritti fondamentali ai loro soci: la vera cooperazione non ha nulla a che vedere con lo sfruttamento lavorativo, bensì potrebbe essere un volano di inclusione di chi è più debole”.
Suggestivo il momento dell’offertorio e la benedizione dei mezzi agricoli che “servono per la fatica quotidiana, per lavorare la terra e per donare alla comunità il bisogno al proprio sostentamento.
Al termine della cerimonia è stato consegnato un riconoscimento all’imprenditore agricolo Emilio Mogni, classe 1936, di Sarezzano che, dall’esperienza dei suoi quasi novant’anni, ha grinta da vendere e grande fiducia nei giovani, e a Tea Scaglia, oggi in pensione, ma per molti anni Segretario Zona di Castelnuovo Scrivia e punto di riferimento per il territorio.
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