Coldiretti Alessandria: “S. Antonio: clima, bassi prezzi e assedio animali selvatici mettono a ‘rischio crack’ 1 stalla su 5”

Alessandria – Quasi una stalla su 5 (20%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività a causa dell’effetto combinato dei cambiamenti climatici, dei bassi prezzi pagati agli allevatori e dell’assedio degli animali selvatici.
Coldiretti lancia l’allarme sul crack degli allevamenti italiani nel rapporto “La Fattoria Italia a rischio crack” diffuso in occasione di Sant’Antonio Abate, il Patrono degli animali.
“Quello di Sant’Antonio Abate è un giorno che vede in tutta Italia parrocchie di campagne e città impegnate nella benedizione dalla variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio nazionale. L’allevamento italiano – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – è un importante comparto economico che rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, per una filiera che vale circa 40 miliardi di euro, con un impatto rilevante dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro sull’intera filiera. Nel giro di un decennio, dal 2013 al 2023, sono scomparsi quasi 90mila allevamenti di cui 46mila stalle di mucche, 31mila di maiali e 12mila di pecore. Un addio che ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne più difficili dove mancano ormai le condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori, spesso a causa dei bassi prezzi e per la concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero”.
“A pesare sono anche i cambiamenti climatici che tagliano la produzione di mais e foraggi per gli animali, tra devastanti siccità e ondate di maltempo, senza dimenticare la pressione degli animali selvatici che distruggono i raccolti nelle aree interne rendendo sempre più difficile e costoso sfamare i capi allevati – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Il venir meno della presenza degli agricoltori nelle aree interne e della loro costante opera di manutenzione del territorio rende più devastanti gli effetti del dissesto idrogeologico e accentua la tendenza all’abbandono dei piccoli centri con meno di 5mila abitanti, dove nel giro di un anno si è già registrato l’addio di oltre 35mila residenti”.
Ma, nel giorno Patrono degli animali si registra un calo di cani, gatti, uccellini, tartarughe e anche rettili: cifre tornate ai livelli del pre pandemia, il 33%, presenti in 1 casa su 3. Gli animali più diffusi sono i cani, ospiti nel 42% delle case e i gatti nel 34%, largamente davanti a pesci, uccelli e tartarughe. Una presenza che ha ormai acquisito lo status di “uno di famiglia” come dimostra anche il fatto che il 13% di chi ha un animale ha preso in considerazione l’ipotesi di venir seppellito insieme, mentre uno su cinque (il 20%) ha addirittura pensato di destinargli una parte della propria eredità, secondo Eurispes.
Il 62% di chi ospita animali domestici spende mensilmente tra i 30 e i 100 euro e solo il 19% meno di 30 euro mensili, mentre il 15% di chi ha un animale gli dedica un budget che va dai 100 ai più di 300 euro al mese, secondo l’Eurispes. Ma c’è anche un 4% che sborsa più di 300 euro, una percentuale praticamente triplicata rispetto all’anno precedente.
Sull’amore degli italiani per cani e gatti pesa però anche il business criminale legato al mercato nero che, fra allevamenti clandestini in Italia e arrivi illegali dall’estero, coinvolge oltre 400mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Osservatorio Agromafie.
I trafficanti documentazione contraffatta che attesta la falsa origine italiana degli animali e riporta trattamenti vaccinali e profilassi mai eseguiti, con i cuccioli il più delle volte trasportati nascosti e pressati dentro contenitori, doppi fondi ed altri ambienti chiusi, stipati in furgoni e camion che percorrono lunghi tragitti.
Ad esserne colpiti sono, oltre che gli allevatori ed i rivenditori onesti, in primo luogo gli animali stessi, vittime quasi sempre di maltrattamenti ed abusi. Quello dei cuccioli clandestini è un commercio che talvolta si realizza anche con la complicità di chi ricicla nel mercato legale animali di provenienza illegale.

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