Al “Vivaldi” la settima edizione de “L’Altra Musica”
Alessandria – È giunta alla settima edizione “l’Altra Musica”, rassegna del Conservatorio “Vivaldi” in cui vengono proposti al pubblico una serie di concerti e incontri seminariali con formazioni musicali di musica tradizionale di paesi vicini e lontani.
La rassegna, inizialmente ideata dalla professoressa Silvana Chiesa e da Donato Sansone, esperto di musica antica e docente di bibliografia e biblioteconomia musicale, come supporto didattico ai corsi di Etnomusicologia e Antropologia presenti nei piani di studio del Dipartimento di Didattica della Musica del Conservatorio, si pone l’obiettivo di far conoscere e comprendere espressioni musicali e culturali che difficilmente trovano accoglienza in teatri e cartelloni musicali “classici” e propone concerti con formazioni e gruppi di musiche tradizionali italiani e stranieri.
Il cartellone 2024 prevede sei imperdibili concerti che si terranno nell’Auditorium Pittaluga (via Parma, 1 – Alessandria) e sono aperti gratuitamente al pubblico fino a esaurimento posti. Ad aprire la rassegna il 5 marzo alle ore 17 saranno le sonorità mediterranee e medio-orientali dell’ensemble Med Trio di Jamal Ouassini artista internazionale di origine marocchina con il suo concerto Al Kafila, dedicato alla musica arabo-andalusa. Si proseguirà martedì 12 marzo alle 21, con l’energia esplosiva del concerto serale dell’Ensemble Artistique de Bolomakotè dal Burkina Faso. Si tratta di una formazione di percussionisti (al centro delle loro esecuzioni c’è il balafon, uno strumento melodico a percussioni simile allo xilofono caratteristico dell’Africa Occidentale sud-sahariana) molto amata nel proprio paese. Il gruppo prende il nome dal quartiere artistico di Bobo-Dioulasso, la seconda città per importanza del Burkina Faso.
Martedì 19 marzo alle 17 si torna in Italia con i Suoni di Sicilia, musiche su strumenti tradizionali eseguite da Fabio Tricomi, polistrumentista, etnomusicologo e ricercatore catanese; mentre il 9 aprile 2024, sempre alle 17 sarà la volta, del nostro Piemonte con la Banda Solìa, che ci farà ascoltare le musiche e i canti del Canavese. Si ridiscende ancora in Calabria, martedì 23 aprile alle 17 con il gruppo Misuraca che proporrà un concerto dedicato ai Canti di Calabria per concludere infine venerdì 10 maggio, sempre alle 17, con i musicisti e danzerini del Gruppo Folkloristico “Val Resia” che ci farà conoscere le sonorità e le espressioni coreutiche dell’omonima valle in provincia di Udine, depositaria di una tradizione musicale veramente antica preservata per secoli dalla straordinaria comunità che ancora abita la Valle e coltiva la lingua resiana, superstite alle contaminazioni culturali.
Tutti gli eventi concertistici saranno seguiti il giorno successivo da un incontro seminariale di approfondimento sulle culture musicali e su alcuni loro strumenti caratteristici di cui saranno relatori e/o animatori i gruppi ospiti (ad eccezione dei Bolomakoté che incontreranno gli studenti il pomeriggio della stessa data del concerto ovvero il 12 marzo). Saranno occasioni per approfondire la conoscenza di oud, darabukka, scacciapensieri, marranzano, tamburello, chitarra battente, lira calabrese, organetto diatonico, balafon etc. a cui sarà possibile iscriversi al seguente link: https://www.
Dai suoni della Sicilia ai canti della Calabria è immediata l’idea del ponte sullo Stretto di Messina, la grande opera così discussa da anni e argomento sempre di attualità in Italia. Anche i concerti del Canavese (zona del nostro Piemonte al Confine con la Val d’Aosta) e della Val Resia (valle friulana al confine con la Slovenia) suggeriscono l’idea più insolita, ma non per questo visionaria, che le nostre Alpi possano essere un ponte speciale che collega culture musicali originali geograficamente non vicine, anzi geograficamente opposte, ma accomunate dall’ambiente alpino appunto in cui sono nate.
In particolare il concerto della Val Resia sarà l’occasione per venire a contatto con la preziosa testimonianza storica di un’antica tradizione festosa comunitaria rimasta incontaminata nei secoli, una sorta di “fossile vivente” protetto da una valle alpina. Il gruppo che lo esegue infatti è espressione di una comunità che ancora parla il Resiano, una lingua del ceppo slavo riconosciuta dall’Unesco come lingua in via di estinzione. La musica che continua ad animare le feste (sagre, matrimoni, ma soprattutto il Carnevale) viene eseguita con strumenti ad arco suonati con tecniche molto arcaiche: violoncello senza puntale e violino suonato sul petto, come avveniva tra il Rinascimento e il tardo ‘700,: è dunque una rara e preziosa occasione di vedere ancora viva una prassi musicale violinistica quasi barocca. Tutto questo sarà a disposizione del pubblico del nostro Conservatorio venerdì 10 maggio.
Quanto al concerto che non ho citato, quello dei Bolomakoté, non ha bisogno di grandi presentazioni: è stata una grande occasione quella di poter ospitare un ensemble che sta diventando una bandiera della musica tradizionale africana e in particolare del Burkina Faso.
Nel suo complesso, dunque, tutta quanta la rassegna che il Conservatorio offre gratuitamente alla città e al suo territorio rappresenta un’occasione rara, preziosa e di altissimo valore da non lasciarsi sfuggire.”
Le informazioni, in continuo aggiornamento su concerti e seminari della rassegna, sono disponibili al sito www.conservatoriovivaldi.it.
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