Collettivo Agricoltori Autonomi: “aziende a rischio fallimento. Vogliono tutto bio, ma poi dobbiamo importare”

Alessandria – La “protesta dei trattori” ha tenuto banco, in questi primi mesi del 2024, con manifestazioni e cortei anche ad Alessandria e provincia. Ieri pomeriggio una delegazione del collettivo Agricoltori Autonomi Alessandria e Asti è stato invitato a parlare ad un incontro pubblico, dal titolo “Agricoltura, energia, cambiamento climatico”, al Teatro Ambra di Alessandria. A spiegare le ragioni della protesta è stato Gabriele Ponzano.
“Ribadisco che il collettivo degli Agricoltori Autonomi non appoggia nessun partito – ha affermato Ponzano – siamo qui per parlare dei problemi delle nostre aziende che non riescono più a fare reddito, tutte sono a rischio fallimento. Una piccolissima parte di aziende si sta accaparrando la maggior parte delle ricchezze. Il 75% delle aziende agricole europee fa il 10% della produzione agricola. I prezzi di vendita dei nostri prodotti non coprono i costi di produzione, sono imposti dai mercati internazionali e dalla grande distribuzione. Non sappiamo mai a che prezzo li venderemo. Produciamo cibo per la gente, ma dal produttore al consumatore (dal grano al pane), c’è un rincaro del duemila per cento. Chiediamo prezzi minimi garantiti e che il gap tra agricoltore e consumatore non sia così sbilanciato”.
Si è parlato anche di PAC: “Son politiche schizofreniche, ci vietano ad usare prodotti e vogliono farci fare rotazioni strettissime, ma pretendono di usare uno schema unico in tutta Europa quando già da collina a pianura nella stessa provincia si interviene in modo diverso. Figuriamoci da Paese a Paese in latitudini diverse. Vogliono ridurre la produzione agricola europea, ma così dobbiamo importare prodotti extra UE che non hanno gli stessi standard qualitativi sanitari. Il paradosso è che ci vogliono far fare tutto biologico, ma poi dobbiamo mangiare prodotti scadenti provenienti da molto lontano, che viaggiano inquinando mezzo mondo.
Ci hanno proposto di fare minime lavorazioni e coltivazioni invernali per poi scoprire che i soldi promessi erano finiti. I piccoli agricoltori, baluardo dell’ambiente, che lavorano con passione, sono dimenticati dalle politiche agricole.
Chiediamo tracciabilità chiara delle materie prime estere, perché sono meno controllate di quelle italiane,  Il prodotto italiano è più sano e aiuta le aziende locali, quelle che salvaguardano il territorio. Sembra che chi fa le leggi non sappia cosa sia l’agricoltura e il lavoro nei campi: la burocrazia ci impegna per il 40% del tempo”.
In chiusura una considerazione sul futuro degli Agricoltori Autonomi: “I trattori ci sono serviti per darci visibilità. Ora abbiamo deciso di costituirci in modo semplice (associazione) ma se avremo la forza e i numeri ci struttureremo in modo ancor più organizzato. Abbiamo fatto quello che in 50 anni le associazioni agricole non sono riuscite a fare: unire tutto il mondo agricolo. Ultimo tema: l’agrivoltaico, di fatto nelle mani di grandi industriali che rilevano fondi dai contadini in difficoltà. La terra deve essere usata per produrre cibo! Quando piantiamo l’aratro per il primo solco della stagione apriamo il finestrino per sentire l’odore della terra, una sensazione indescrivibile per chi ci mette la passione come noi”.

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