La sorprendente estate della Mamota di Vesime: ma quante magie in Alta Langa?
Ho scoperto questo luogo così particolare e affascinante, dal nome Mamota (mammina), dentro un bosco delle acacie di grande profumo in fioritura, grazie ad un Concerto Blues (per chi fosse interessato: https://www.alessandria24.com/2023/10/20/tre-o-quattro-sfumature-di-blues-nella-notte-fra-le-colline-di-vesime-lo-sca-fra-blues-trio-al-bosco-delle-acacie/ )…un posto forse da noi un poco lontano, Vesime, ma assai affascinante, con i suoi profumi e la sua luce di Alta Langa, Valle della Bormida…terre di Langa ma molto diverse da quelle di Alba o S. Stefano Belbo, con una loro particolare fascinazione, che a me coinvolge assai, come un sogno di collina e di boschi e di presenze stravaganti che quei boschi di certo popolano.
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Ho conosciuto in un’altra notte di Blues infuocato, al Diavolo Rosso di Asti, i proprietari di questo posto, Silvia Bussi e Fabrizio Olivero, ed è stata una conoscenza folgorante: empatia e comprensione reciproca molto forte, voglia sin da subito di fare qualcosa insieme, qualcosa di bello. Ci ha fatti conoscere la mia grande amica Donatella Giordano che, che tra le altre cose, mi ha fatto intendere la realtà affascinante dell’Alta Langa. E allora ci ho trascinato alcuni amici e amiche, lassù, per costruire con loro quelle connessioni artistiche che possono accadere in quei posti pieni di magia.
A cominciare da uno straordinario Viaggiatore d’Oriente, Tashi Sufi, al secolo Antonio Gervasoni, con un bellissimo libro da presentare – e ciò accadrà, nella affascinante cantina della Mamota, il 26 Luglio, e io avrò il piacere e l’onore di presentarlo – Donne d’Oriente. Un libro fatto soprattutto di molte foto, accompagnate da riflessioni e poesie, intorno al complesso e variegato mondo femminile di luoghi lontanissimi, da lui immensamente amati, dopo averne attraversato in lungo e in largo gli smisurati territori. (https://www.alessandria24.com/2024/03/28/il-territorio-della-bellezza-il-fascino-delle-donne-doriente-nel-libro-di-antonio-gervasoni-tashi-sufi/ )
Poi ci ho portato una coppia davvero notevole, che è diventata coppia artistica anche un po’ grazie a me, che ha proposto il felice connubio fra le loro capacità artistiche: Silvia Oppezzo, poetessa gentile e piena di luce positiva (e tanto ne abbiamo bisogno, in questo momento e forse sempre), che proporrà al pubblico alcune delle sue poesie, mentre in diretta, Piergiorgio Panelli, Artista della Pittura Lenta, fatta di paesaggi informali ma molto avvincenti, dipingerà un suo quadro in diretta live, il tutto accompagnato da musica adeguata. Sarà, quel 12 Luglio in cui tutto ciò avverrà, una serata di particolari e delicate emozioni, da assaporare con attenzione e silenzio, e infinita partecipazione, con un titolo davvero bellissimo: Sospesi sui fili del tempo.
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E poi c’è l’altra mia proposta, fatta a ragion veduta, per i luoghi e le storie che in quei luoghi si possono raccontare: quella di due attrici fantastiche come Silvia Perosino & Paola Sperati: Le Donne del Mio Paese – Notizie dalle Colline. Questo il nome della loro proposta, che è la rievocazione, riuscitissima e coinvolgente, di una veglia in una stalla, dove due donne parlano di molte cose e molte situazioni diverse: un tempo dei nostri nonni o bisnonni, una performance che arriva dritta dritta dal mondo contadino, di cui faccio – facciamo? – parte, che quando l’ho gustata a Calamandrana mi ha dato davvero mota emozione. I testi sono tratti – liberamente – da L’Anello Forte del grande Nuto Revelli…e l’anello forte del Mondo Contadino – del mondo? – sono le donne…Anche qui per chi volesse approfondire: https://www.alessandria24.com/2024/05/09/vengono-dritte-dritte-dal-mondo-contadino-le-notizie-dalle-colline-che-narrano-le-donne-del-mio-paese-nel-bellissimo-spettacolo-teatrale-con-silvia-perosino-e-paola-sper/
Ma accanto a queste proposte, che mi vedono molto coinvolto direttamente – e piacevolmente – al Bosco delle Acacie avvengono tanti altri avvenimenti, come bene potete vedere dalla locandina complessiva. Tra gli altri spicca notevolmente il concerto della star internazionale del blues Liz Mandeville. Che è una cantante e cantautrice americana, dalla voce notevolmente versatile. Le sue esibizioni live sono ad alta intensità, e molto trascinante è anche il modo di suonare la chitarra blues. La accompagnerà il rodatissimo duo Lombardo & Scagliarini, e scusate se è poco… e di certo io sarò nelle prime file!
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Venerdì scorso, una settimana fa, c’è stato alla Mamota il primo dei concerti collinari: c’ero anche io, e posso quindi darvene conto. Intanto immaginate un luogo davvero particolare, in un bosco (delle acacie, appunto), con alle spalle vigne e pendii, e nel fondo del bosco un trio di giovanissimi ragazzi (una lei e due lui) del Ghedini di Cuneo. Batteria, chitarra e voce, gli AREETAH Project – al secolo Elena Capra alla voce, Lorenzo Venturino alle chitarre e Gabriele Sbarra alla batteria. In una illuminazione che dava un senso cangiate al bosco notturno, un’atmosfera un po’ troppo fresca e ventosa per essere il 7 giugno, ma nel contempo molto affascinante, con il gioco di luci ed ombre che parevano evocare dal bosco figure arcaiche e misteriose, hanno inanellai una serie di brani di svariati generi musicali, da Battisti al blues.
Come se la sono cavata? Beh, abbastanza bene direi. Hanno suonato con discreta grinta e ottima tecnica individuale da parte del chitarrista, anche se si agitava un po’ goffamente. A me personalmente è piaciuta molto la vocalist. dal timbro un po’ asprigno ma duttile e caldo…Ma…beh qualche ma c’è, e visto che io faccio il giornalista, mi pare giusto esprimere una critica costruttiva. Certo, loro hanno molte attenuanti: sono assai giovani, non hanno esperienza, ci danno dentro con entusiasmo. Ma tra la base ritmica – la batteria – e la chitarra c’è scarso interplay, non appaiono molto affiatati, insomma. E per uno spettatore esperto si sente eccome. Poi non presentano i brani, non esprimono lo scopo che è sottostante le loro proposte musicali, non si comprende il criterio. Poi hanno questi strani finali che appaiono un po’ improvvisati e con spegnimento rapido (non tutti ma in molti casi è così). Insomma, denotano una maturità ancora molto acerba. Poi certo, un po’ il clima fresco e un po’ che eravamo un po’ pochi, come spettatori, il coinvolgimento era quello che era, anche se poi alla fine anche io ho applaudito con convinzione, perché il tutto è stato gradevole e molto sincero.
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Però a parte a loro, con tutte le attenuanti che ho detto e comunque che ci hanno donato una grinta giovanile niente male, lasciatemi fare i complimenti ai titolari della Mamota, che hanno, giustamente e con coraggio, dato largo a questi giovani, che sono acerbi, ma suonano e cantano con genuino entusiasmo e hanno avuto, in questo luogo semplicemente magico che è la Mamota, uno spazio dove poter essere apprezzati e liberi di esprimersi. Non vedo l’ora di poter tornare lassù per gli altri avvenimenti sonori che questi due mie coetanei – o quasi -hanno il coraggio di proporre nella magia di un luogo davvero incantevole.
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