Per la prima volta una donazione d’organo “a cuore fermo” ad Alessandria
ALESSANDRIA -Per la prima volta una donazione d’organo “a cuore fermo” ad Alessandria. Una persona ha donato i propri organi dopo che il suo cuore aveva smesso di battere. Una decisione, quella di donare, che i familiari hanno comunicato ai medici, quale scelta naturale della persona sulla base del suo modo di concepire la propria esistenza.
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Apparentemente non c’è nulla di nuovo per l’Ospedale di Alessandria presso il quale, ogni anno, decine di persone donano i propri organi quale atto conclusivo di una scelta compiuta in vita. Si tratta però del primo caso di donatore “a cuore fermo” per l’Azienda Ospedaliera. In pratica, dopo il decesso della persona conseguente ad un arresto cardiaco, si è proceduto a riattivare la circolazione sanguigna del distretto addominale (che l’arresto della funzione cardiaca aveva interrotto), mediante macchinari particolari che permettono al fegato e ai reni di ricominciare a funzionare nel corpo del soggetto deceduto, al fine di mantenerli integri per un eventuale trapianto. Tutto questo però non si sarebbe realizzato se non ci fosse stata una collaborazione stretta tra l’Ospedale di Alessandria e l’Ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Da circa 2 anni infatti presso le Molinette è attivo il programma di donazione di organi da donatore a “cuore fermo” che sta ottenendo ottimi risultati. L’équipe delle Molinette si è spostata presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria, sede della donazione, e attraverso il lavoro di squadra è stato possibile concretizzare il desiderio di donazione della persona e della sua famiglia, e rendere possibile un trapianto a chi ne aveva necessità.
Nei primi sei mesi del 2020, in Italia, ci sono stati 37 donazioni di organi da donatore “a cuore fermo” e solo 5 regioni, tra le quali il Piemonte, sono attive in questa tipologia di donazione.
Nella donazione e trapianto degli organi esiste un filo che unisce i cittadini tra loro: la solidarietà, che permette a chi è nella sofferenza di poter tornare a sperare nel futuro e a chi decide di diventare donatore di poter confidare nel Sistema Sanitario, certo che il suo desiderio potrà essere raccolto.