«Mozart Mon Amour»: l’inaugurazione di Acqui in Palcoscenico 2024 nel nome di Mozart.

Acqui in Palcoscenico, che bello. Un 30 Giugno 2024 bello davvero. In quel luogo – il Teatro all’aperto Giuseppe Verdi – c’è in me il ricordo di tante e belle sere d’estate, piene di musica e teatro. L’ultima volta lo scorso anno a vedere un magistrale Govi, con i suoi Maneggi. E domenica scorsa musica live – Mozart, appunto, con l’etichetta Mon Amour – e danza. Pregustavo una serata molto intrigante, perché si trattava di un paio di coreografie con la comune caratteristica di essere calibrate sulla musica di Mozart… proposta live con l’orchestra e i solisti, non con musica riprodotta. E musica davvero sopraffina e interpretata benissimo. Mentre ero lì mi son detto che anche solo per la musica la serata avrebbe avuto un senso, che avrei potuto anche limitarmi ad un mero ascolto della musica mozartiana e l’appagamento sarebbe stato notevole. Tuttavia lo sguardo sulla platea e le gradinate era purtroppo è un po’ triste, perché c’era davvero pochissima gente. Pensate che nel semicerchio della platea dove ero seduto io non c’era, a parte me ovviamente, nessun altro. Peccato.

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Parlando della musica, si è trattata di una interpretazione notevole. La compagine orchestrale Camerata Strumentale Acquese, diretta dal Maestro Giuseppe Canone se l’è cavata davvero benissimo: suono morbido, compatto ma nello stesso tempo assai duttile, senza sbavature. Davvero molto coinvolgente in ogni momento della serata. Il primo brano è stato il Divertimento K136, frutto giovanile di quel genio straordinario che è stato Mozart, che lo ha composto a circa 16 anni.

Si tratta di una composizione molto luminosa e positiva (è in re maggiore), che l’orchestra ha affrontato con un pertinente virtuosismo e tempi veloci ma mai eccessivamente vorticosi. Sul palco il gruppo di 4 + 4 ragazze e ragazzi della Egribiancodanza di Torino. Che erano vestiti con pantaloncini corti e magliette come dovessero disputare una corsa podistica. E ci hanno donato infatti tutta una serie di corse e movimento: figure piene di giovanile dinamismo, simpatico e coinvolgente, all’ombra del perenne sorriso di questa musica di Mozart. La coreografia è stata di Raphael Bianco, che è coreografo residente della compagnia, fondata e diretta da Susanna Egri. Purtroppo – e questa secondo me è un po’ una carenza comunicativa – nessuno si è peritato di spiegare a noi quali fossero gli intenti dell’insieme coreografia & musica. Tuttavia era comunque molto affascinante il connubio fra un Mozart così giovanile e la sua musica davvero attraversata da una grande tenerezza – e interpretata con grande perizia – e in correre e rincorrersi e i vari giochi dinamici nel gruppo di giovani ballerini/atleti, come si volesse rimarcare un trascendentale ponte estetico fra un mondo giovanile del tardo ‘700 alla fisicità di giovani d’oggi.

Nella seconda parte si sono uniti all’orchestra l’arpista Eleonora Parolini e il flautista Mario Carbotta, per il meraviglioso Concerto mozartiano per Flauto, Arpa e Orchestra K299. In questo caso sul palco 2+2 danzatori del Balletto Teatro di Torino, in quella che il programma di sala definisce non coreografia, ma Drammaturgia del movimento, ideata da Viola Scaglione. Anche in questo caso non c’è stata alcuna spiegazione in merito alla volontà e alla ricerca artistica sottesa da tale Drammaturgia.

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Che tuttavia è stata godibilissima: quattro danzatori, elegantemente vestiti di nero, hanno imbastito una serie di movimenti, a tratti molto fluidi e poi  a tratti un po’ spigolosi, a scatti, serissimi in viso, a mio molto coinvolgenti e affascinanti. Con una musica così, poi, che avrei ascoltato – sia per la qualità della musica in sé e per sé, che per l’ottima interpretazione – anche a prescindere dal movimento dei ballerini. Però accadeva anche, e qui davvero c’è la magia dell’Arte di unire musica e movimento, che comunque anche quei particolari movimenti drammatici erano assolutamente intriganti e bellissimi. E io li seguivo davvero con una sorta di suspence sospesa e nello stesso tempo piena di curiosità intellettuale. Davvero una meraviglia.

Poi una specie di dolcissima parentesi vocale: Voi che sapete, aria di Cherubino da Le Nozze di Figaro mozartiane, magnificamente interpretata dal mezzosoprano Annamaria Turicchi. Ascoltare in quella fresca semioscurità, in quell’atmosfera di meravigliata sospensione, une delle arie più belle della lirica mozartiana è stata davvero un ‘esperienza emozionante.

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E poi il finale, allegro e divertente, con entrambi i gruppi di danzatori in una vorticosa movenza sulle note del primo celeberrimo movimento della Eine Kleine Nachtmusik (Una piccola Musica Notturna), la Serenata che è uno dei brani più famosi e belli dell’opera mozartiana.

Una serata di musica stupenda e danza davvero intrigante. Segnalo però agli organizzatori un paio di problemini logistici. Il primo è che il faro che è stato puntato verso il pubblico e l’orchestra era veramente pernicioso e fastidioso: va trovata una soluzione più idonea. Poi le sedie messe in platea rendono paradossalmente la visione del palco con i ballerini molto peggiore e più difficoltosa che i posti sulle gradinate…si è troppo a ridosso dell’orchestra e il palco è troppo alto. Terza cosa: ribadisco che i brani dovrebbero essere introdotti, per quanto brevemente, da un addetto ai lavori, cosa che donerebbe all’insieme un senso di maggiore partecipazione e convivialità. Non scrivo queste note per una critica fine a sé stessa, come credo si evinca assai bene, ma proprio perché quello che ho visto e ascoltato mi è piaciuto davvero moltissimo, e vorrei che tutto fosse ancora meglio di quanto è stato.

 

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