La street-art in Puglia diventa rigenerazione urbana: e la Regione ci mette quasi 4 milioni di euro
Qualche tempo fa suggerii con un articolo di mettere la bellezza nei programmi politici, perché in Alessandria era accaduto qualcosa di interessante… Due regali insoliti arrivati in città per abili mani ignote, hanno avuto il pregio di sorprendere in modo piacevole chi ha avuto la sensibilità di notarli, per questo credo sarebbe bene avviare una riflessione sulla bellezza. Nelle immagini scattate in due angoli del centro, un quadro con fiore appoggiato sul muro in mattoni faccia a vista dietro Palazzo Ghilini, quindi un murales o più propriamente una firma (tag) poco distante l’ex Ospedale Militare. La terza immagine, ad alimentare ferocemente il contrasto con le prime due, un angolo di via Verona, con una installazione estemporanea e del tutto casuale, al fine di soddisfare l’andazzo contemporaneo secondo cui “in ciascuno di noi alberga un animo artistico”.
La notizia, in sintesi, è che il programma STHAR LAB approvato dalla Giunta Regionale Pugliese nel dicembre 2019, finalizzato al recupero di beni e luoghi culturali appartenenti ad amministrazioni pubbliche, è stato attivato con la programmazione di laboratori per sviluppare tre ambiti tematici ovvero street art (arte urbana), teatri storici, habitat rupestri.
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L’arte urbana può davvero rigenerare luoghi e beni pubblici, abbellendo le città e rendendole più accoglienti e inclusive.
In questo modo la bellezza illuminerà le città, come cultura e forma di vita perché afferma senza meno che vi sono uomini e donne che donano la loro anima in favore della comunità offrendo almeno tre buone ragioni per frequentarne gli spazi.
Per prima proprio la vastità dell’argomento, che induce a discuterne ed a promuovere azioni positive mettendo in moto l’intelligenza collettiva o meglio ancora accrescendo la foga dei cervelli quale motore che muove le città.
La seconda ragione sta che lo sviluppo degli spazi urbani non s’interrompe mai, ma rappresenta una costante dello spirito occidentale in cui le spinte della politica debbono sempre essere messe in discussione con lo spirito del tempo.
Infine, le città europee non sono affatto rappresentate dalla somma dei cittadini positivi e che quindi semplicemente la accettano, ma dalla differenza tra quelli che vogliono costituire la città e coloro che desiderano estraniarsene.
In ogni caso è il forte potere attrattivo della bellezza che rende significative le scelte, che altrimenti scadrebbero nella mera contingenza e affonderebbe nella terribile supposizione, talvolta messe a puntellare scelte politico-amministrative.
Inserire la bellezza nei programmi politici, tenendone poi debito conto nelle scelte di governo della città, avrebbe il pregio di rendere comprensibile lo spazio urbano e aumenterebbe il numero di coloro i quali lo vogliono animare.
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La città ideale non è soltanto un luogo di commerci o la sede del potere, ma dev’essere soprattutto un centro di ambizioni capaci di ampliare le sfere di interesse, che sempre funzionano bene come antidepressivi sociali.
L’arte pare inutile quando estraniata da qualunque contesto, ma proprio per questo è in grado di sviluppare una grande forza attrattiva, di cui sarebbe bene per noi tutti far tesoro.
Nata negli anni ’50 e ’60 sui muri di New York, la street art (arte urbana) ha invaso gli spazi pubblici all’aperto di molte città, con risultati stravaganti e manifestazioni creative che favoriscono il processo di riqualificazione e rigenerazione urbana.
Vandalismo o arte moderna?
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Arte di second’ordine?
I critici d’arte non sono affatto concordi, ma alcuni artisti sono riusciti ad ottenere grande popolarità, pensando a Jorit, Christo, Alice Pasquini, Ivan Tresoldi ed il più celebre, Banksy, attivo dal 2000 con la sua guerrilla art, ma sono tutti veri e propri fenomeni virtuali e mediatici.
Senza dimenticare alcuni precursori, come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, anch’essi in grado di rendere i muri delle città come pareti di gallerie d’arte.
Gli spazi pubblici delle città possono diventare colorati spazi creativi, ospitando opere d’arte dal forte impatto espressivo, accessibile, gratuito, esteticamente gradevole e con la capacitò di migliorare la percezione del contesto urbano.
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