Un pianoforte per due, prima e seconda parte: doppio concerto ovigliese per coppia di allieve e Maestri

Concerto 1 – Sabato 5 ottobre – Sala Consiliare di Oviglio – 

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I Maestri: Matteo Costa e Simone Gragnani – pianoforte

Il salotto romantico – Concerto organizzato da “Alessandria Barocca, e non solo…”

Ma che magnifica idea, mi dicevo mentre ascoltavo con gioia il susseguirsi dei brani di questo intrigante concerto. Un concerto che non esito, con sommo piacere, a definire didattico. Con i due pianisti – e Maestri, Matteo Costa e Simone Gragnani – che si alternavano nei brani e nella loro presentazione. L’idea vincente era proporre un excursus su quella musica da salotto borghese che andava per la maggiore sia nella Vienna Biedermeier, quella di Schubert, per capirci, ma anche di molte altre figure carismatiche del pianoforte post-beethoveniano. Da una parte, dunque, i grandi virtuosi, che proponevano sonate e concerti per pianoforte e orchestra nei teatri, giocando a chi fosse più trascinante e virtuoso, che sbalordisse il pubblico. Alla sommità di questa visione spavalda della musica si collocherà Liszt, ovviamente. In quella Parigi salottiera e mondana dove in tali luoghi si trovava lo stesso Liszt molto giovane, e l’immenso Chopin. Ed è stato davvero non solo istruttivo, ma anche estremamente divertente, semplicemente perchè i due maestri sono estremamente motivati e molto simpatici. Poi in alcuni casi anche molto spiritosi, come quando chiamano qualcuno dei loro allievi (compresa una delle interpreti che avrebbero suonato per la nostra delizia la settimana dopo, Giulia Sartor, che ha accennato ad un bellissimo Improvviso di Schubert...la genuina gioia della musica…

L’insieme dei brani proposti hanno un fil rouge importante e molto intrigante: quel periodo della Storia della Musica dove il pianoforte si sposta nei salotti borghesi, mentre contemporaneamente con Liszt va nei teatri diventando puro spettacolo. I salotti viennesi sono pieni della musica di Schubert, con i sui tantissimi e bellissimi Lieder per canto e pianoforte, e i tanti, tantissimi brani musicali brevi ma estremamente melodiosi e bellissimi. Come il bellissimo Improvviso op. 142 n. 2. I Maestri ci narrano poi, piacevolmente, di come Liszt costruisse concerti nei teatri che erano vere e proprie apoteosi della sua gestualità possente e romantica. E la successione dei brani propone due pezzi splendidi di Liszt, virtuosi, si, ma anche molto affascinanti e pieni di poesia, tratti dai suoi Anni di pellegrinaggio, fra cui l’estremamente romantico e avvolgente Armonie della sera. E poi, naturalmente, l’immenso Chopin, il vero poeta del pianoforte, veto e proprio re dei salotti parigini. I due maestri sfoggiano peraltro un suono sempre molto pertinente ai vari brani, molto virtuosistico e trascinante, ma anche con la necessaria delicatezza quando necessaria. Io che stavo in prima fila ero decisamente trascinato da quella robusta ma coinvolgente musicalità. Molti applausi alla fine e una chicca di bis: il primo movimento della beethoveniana Sonata D major op. 6. per pianoforte a 4 mani, unico in questa formazione. Bellissimo. E la prospettiva di vederci per un concerto delle loro allieve la settimana successiva.

Concerto 2 – Domenica 13 ottobre – Sala Consiliare di Oviglio – 

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Le allieve: Silvia Amisano e Giulia Sartor – pianoforte

Prove di concerto ed esame – Concerto organizzato da Oviglio Arte

Sono brave, timide, serissime. Silvia Amisano e Giulia Sartor non hanno nessuna velleità istrionica, non fanno gesti spettacolari, non si godono un granché neppure gli applausi. Sarà perchè ci sono lì i loro insegnanti (che hanno suonato la settimana precedente), che secondo me un po’ le rendono più circospette nelle loro esecuzioni? Eh, l’effetto dell’osservatore è sempre importante, no? Perché poi sono loro, i Maestri, peraltro vestiti molto casual e molto amichevolmente sorridenti, che se non li avessi conosciuti, li avrei presi per loro amici un po’ più grandi. Uno dei due – Simone Gragnani – presenta le persone e i programmi: una buona occasione – dice – perchè le due musiciste possano esprimere in un programma bello e complesso, le loro qualità di esecutrici. Del presente e per il futuro – commento fra me e me.
E loro? Per prima suona Silvia Amisano. Ha un tocco molto delicato, molto attento alle sfumature, Inizia con uno splendido Debussy, dalle atmosfere notturne e intriganti. Per poi proporre un Beethoven giovanile, quando voleva diventare un virtuoso nella Vienna che aveva visto da poco la morte di Mozart. Splendido l’ultimo brano, di un Liszt più romantico che virtuoso, con il delicatissimo Sonetto 123 del Petrarca.
Poi è il turno di Giulia Sartor, che dopo una brillante sonata giovanile di Beethoven (op. 10 n. 1), ci dona la chicca romantica di tre Romanze di una musicista che amo moltissimo: Clara Schumann. Una delle grandi muse ottocentesche della musica d’arte, sposa di Schumann, grande interprete essa stessa e amica amata da Brahms. Non molto tempo fa, nell’occasione della presentazione del libro di un’amica, ho avuto la fortuna di conoscere il Maestro Davide Passarino, famoso cornista che ha suonato con tutti i grandi del 900, e che che possiede un fortepiano suonato appunto da Clara Schumann, che solo a pensarlo mi mette i brividi… Ma altrettanto squisito – musicalmente – è il finale chopiniano, il poetico Improvviso op. 29, davvero il massimo del romanticismo pianistico.
E le interpretazioni delle due giovani musiciste? Non intendo dare giudizi critici, come avrei fatto se si trattasse di musicisti più maturi, come ho fatto un poco per i loro Maestri. Il senso complessivo è un altro: le due concertiste si sono messe alla prova, hanno donato timori e tremori, ma anche tantissima musicalità, ad un pubblico di amici e parenti…e attenti ascoltatori… e soprattutto hanno riempito il pomeriggio ovigliese di splendida musica.
E soprattutto ho ammirato il loro sguardo, così limpido e bello, dritto e fermo nel futuro.

 

 

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