Etichettatura trasparente, Coldiretti Alessandria: “Ma quante nocciole ci sono in una ‘crema di nocciole’”?

Alessandria – Anche se il 2024, in termini di quantità, non sarà un anno da ricordare, non viene invece messa in discussione la grande eccellenza del prodotto corilicolo piemontese e monferrino che mantiene sempre standard molo elevati. Nocciole che sono alla base di uno dei prodotti più iconici, golosi e consolatori del panorama agroalimentare Made in Italy: la crema di nocciole, appunto.
Ma quale deve essere, per fare un po’ di chiarezza sulle grandi differenze che si possono trovare nei prodotti presenti sugli scaffali, la percentuale di frutto contenuta?
Si potrebbe pensare che il primo ingrediente di una crema di nocciole siano proprio le nocciole, ma leggendo gli ingredienti dei prodotti posti in commercio, risulta che non è proprio così. Infatti, le creme di nocciole che possiamo trovare in Italia hanno un contenuto di nocciole che oscilla da poco più del 10%, al 50% e più, fino ad arrivare a creme solo di nocciole (100%), in cui l’unico ingrediente presente è costituito proprio dal gustoso frutto. Il resto degli ingredienti, a seconda delle ricette, è rappresentato da zucchero, derivati del latte, cacao, lecitina di soia, etc.
Ma quando le nocciole, che costano di più, sono poche, molto poche, vengono sostituite da altre fonti di grassi, solitamente vegetali, come palma e girasole e, a questo punto, è necessario intervenire con aromi artificiali, per dare un sapore adeguato al prodotto finale, sapore che quindi non è dato dalle nocciole.
Ecco perché serve una norma che definisca cosa possa essere chiamato “crema di nocciole”, con l’indicazione non solo della percentuale delle nocciole utilizzate, ma anche della loro provenienza (luogo di coltivazione), visto che si tratta dell’ingrediente fondamentale del quale non è ancora obbligatorio indicare l’origine che solo alcuni scrivono volontariamente.
“Sicuramente la valorizzazione delle nocciole del Piemonte passa attraverso importanti accordi di filiera sul territorio, come quello siglato tra Coldiretti Piemonte e il gruppo dolciario Novi Elah Dufour che, partito proprio dalla provincia alessandrina è diventato nei mesi scorsi a carattere regionale. Un progetto di filiera che consente di valorizzare tutta la produzione corilicola del territorio, offrendo una prospettiva di medio periodo agli imprenditori agricoli. Un accordo quadro che sancisce l’unione con l’agroindustria virtuosa, quella che vuole investire sul territorio e vuole consolidarne il legame. Un sostegno alla corilicoltura e alle imprese che credono nelle produzioni di qualità, impegnandosi con il loro lavoro a preservare i territori”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
“Per tutelare le produzioni virtuose ci vorrebbe una normativa in grado di definire in modo più puntuale che cosa è una crema di nocciole. Nell’attesa leggiamo attentamente le etichette per cercare di capire se il valore, o il prezzo, di ciò che acquistiamo è giustificato dalla quantità e dalla qualità degli ingredienti utilizzati – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco – quel che è certo è che la nocciola rappresenta una filiera strategica ed importantissima per il territorio alessandrino: al primo posto ricerca e sostenibilità per dare al consumatore un prodotto d’eccellenza che racchiude storia e territorio”.

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