AIDS: cos’è l’infezione da HIV

Apparsa per la prima volta in Camerun intorno al 1920 e identificata solamente nel 1983, nel corso degli anni ha infettato e ucciso milioni di persone in tutto il mondo. Stiamo parlando dell’AIDS (conosciuta anche come sindrome da immunodeficienza acquisita), una malattia infettiva causata dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV). In questo articolo vogliamo spiegare cos’è l’AIDS, come si trasmette, quali sono i sintomi e in che modo è possibile prevenirla e trattarla. 

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Che cos’è l’AIDS

L’AIDS rappresenta lo stadio clinico avanzato dell’infezione da HIV, che agisce andando a ridurre le difese immunitarie e ad indebolire l’organismo, tanto da esporre la persona infetta a malattie e infezioni opportunistiche (come tubercolosi, polmoniti, meningiti, ecc.) e ad alcune forme di cancro che, in condizioni normali, potrebbero essere curate più facilmente. Questo avviene perché il Virus HIV distrugge i linfociti T CD4, un tipo di globuli bianchi responsabili della difesa dell’organismo. 

Come si prende e trasmette l’AIDS

Il virus HIV si trasmette principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti con una persona sieropositiva, ma anche tramite il contatto con sangue infetto (scambio di aghi o strumenti non sterilizzati) e durante la gravidanza, il parto o l’allattamento da madre contagiata a figlio (trasmissione verticale). Il contagio può avvenire in qualsiasi stadio della malattia e, siccome il virus HIV ha un’elevata capacità di replicazione, può essere trasmesso anche nelle primissime fasi dell’infezione, mentre l’AIDS può manifestarsi anche dopo molti anni.

Quali sono i sintomi dell’AIDS

L’infezione da HIV può presentarsi in tre differenti stadi, che scandiscono anche i diversi sintomi. Lo stadio 1 è l’infezione acuta, caratterizzata da sintomi aspecifici comuni a quelli di altre infezioni, come febbre, mal di testa, mal di gola, che possono durare pochi giorni o qualche settimana. Lo stadio 2 è invece chiamato fase di latenza clinica: l’HIV può rimanere inattivo o causare sintomi lievi per molti anni, pur continuando a danneggiare il sistema immunitario. Infine, lo stadio 3 è quello della malattia vera e propria: l’HIV genera l’infezione cronica e la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Si tratta della fase finale e più grave, caratterizzata da infezioni opportunistiche e altre patologie importanti.

Qual è la diagnosi e il trattamento per l’AIDS

La diagnosi di infezione da HIV viene formulata tramite test del sangue, che va a rilevare la presenza di anticorpi specifici del virus, ma anche attraverso nuovi test precoci che riescono a determinare la positività. Attualmente non esiste una cura per l’AIDS, ma ci sono terapie antiretrovirali (ART) che, tramite una combinazione di farmaci, consentono di bloccare il virus, impedire la progressione della malattia e migliorare la qualità e la durata della vita della persona infetta. 

Come prevenire l’AIDS

Esistono vari metodi di prevenzione per evitare la trasmissione dell’HIV. Il più efficace è senza ombra di dubbio evitare comportamenti che possono esporre al rischio di contagio, come l’utilizzo del preservativo durante i rapporti sessuali e il non scambio di aghi e altri strumenti non accuratamente sterilizzati, ma anche eseguire test regolari per l’HIV può essere utile per tenere sotto controllo la propria condizione. Le persone ad alto rischio, ad esempio chi ha relazioni sessuali con persone sieropositive, possono ricorrere alla PrEP (Profilassi Pre-Esposizione), una terapia preventiva che annulla o riduce il rischio di contrarre l’infezione da HIV, che deve però essere assunta ogni giorno per risultare realmente efficace.

Il vaccino contro l’AIDS

Il futuro parla di speranza nella cura all’AIDS: secondo alcune fonti, dopo che nel 2019 la Duke University ha sviluppato un vaccino sperimentale in grado di innescare un particolare tipo di anticorpi neutralizzanti, un team dello Scripps research e dell’International Aids vaccine initiative (Iavi) ha recentemente dimostrato che è possibile stimolare le cellule necessarie a produrre questi rari anticorpi nelle persone. Nonostante gli ostacoli ancora da superare, questa scoperta rappresenta un importante passo avanti nella cura di questa malattia infettiva.