CSE Sanità: “Rsa di Gavi nel silenzio assordante di tutti dal primo gennaio chiuderà”

Alessandria – Ieri la CSE SANITA’, organizzazione maggiormente rappresentativa tra i dipendenti dell’appalto pe la gestione globale dei servizi per la RSA di Gavi, è stata informata dalla Cooperativa Sociale Codess Sociale della chiusura dal 1° gennaio della Struttura, affidata, dopo una lunga trattativa, in appalto alla Codess dal 1° settembre 2018 per cinque anni dall’Azienda Sanitaria Locale di Alessandria.
“Le motivazioni di tale chiusura non sono ben note e chiare visto che l’Asl Al alla data odierna non ha dato nessuna comunicazione di smentita o meno né ha pubblicato un bando di gara per gestire i servizi in appalto – ha fatto sapere, con un comunicato, CSE Sanità – ma ancora una volta quello che è certo è che le problematiche della chiusura sono dovute a questioni economiche e di cattiva gestione della RSA.”
“Come sempre – prosegue il comunicato – quelli che vanno a rimetterci sono i lavoratori e gli ospiti, in questo caso stiamo parlando di
circa 35 lavoratori e 35 su 58 ospiti della RSA che dopo 5 anni si ritrovano nella stessa identica situazione. La Cse Sanità ha da subito proclamato lo Stato di Agitazione e richiesto un incontro urgentissimo al Prefetto di Alessandria in cui insieme ai vari attori (Codess, Asl Al, Comune di Gavi, CSP e Regione) si possa trovare una soluzione favorevole al futuro della struttura e dei dipendenti. La Rsa di Gavi è rimasta una delle poche, se non l’unica, struttura per Anziani gestita dalla Asl Al e quindi espressione vera del Pubblico nel Sociale.”
Stefania Gallo, Coordinatore Territoriale CSE Sanità, ha commentato: “La Cooperativa ha espresso, nell’incontro avuto ieri con i Referenti della CSE Sanità, la possibilità di trasferire i lavoratori in altre strutture da loro gestite in Provincia di Torino. Tale proposta per questioni di logistica e condizioni economiche la riteniamo peggiorativa e non risolutiva. L’Asl Al non ha dato nessuna risposta. “ancora una volta a causa del menefreghismo e della cattiva gestione della Politica e dei Dirigenti Pubblici ci ritroviamo a decretare la chiusura di una struttura pubblica e chi ne paga le conseguenze sono sempre i lavoratori”.

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