Chanukkah a Casale: le celebrazioni e la nuova lampada di Giorgio Griffa domenica 29 dicembre
Casale Monferrato – Il 29 dicembre, dalle ore 16.30, nel complesso ebraico di Casale Monferrato in vicolo Salomone Olper, si ripete un evento irrinunciabile per chiunque frequenti questo luogo così particolare: la possibilità di condividere con la Comunità Ebraica locale le celebrazioni per la festa di Chanukkah e, al contempo, assistere all’entrata di una nuova lampada d’artista nella collezione del Museo dei Lumi. Un’opera che quest’anno è realizzata da uno dei più importanti artisti italiani contemporanei riconosciuti a livello internazionale: Giorgio Griffa.
La tradizione ha ormai più di 30 anni e coincide con la domenica della festa di Chanukkah. La festa ebraica dura 8 giorni, inizia il 25 di Kislev e seguendo il lunario avviene in un giorno sempre diverso del calendario gregoriano. Quest’anno il 25 di Kislev coincide con il 25 dicembre quindi le celebrazioni saranno appunto domenica 29 dicembre, quinto giorno di Chanukkah.
Come ormai consuetudine autorità civili e religiose di ogni confessione si ritrovano in vicolo Olper insieme ai membri e agli amici della Comunità per celebrare insieme uno straordinario momento di spiritualità. Nel cortile delle Api vengono accese le candele della Chanukkia, il candelabro a 8 bracci (più uno, lo shamash che serve ad accendere tutti gli altri) simbolo di questa festa, che diventano così un messaggio ecumenico di speranza e amicizia legato alla simbologia della luce. Nei tanti anni in cui si è consolidata questa tradizione non sono mai mancate delegazioni della Diocesi di Casale, delle Comunità Islamiche, ma anche di Cristiani Ortodossi, Avventisti e persino Buddisti.
“L’appuntamento pubblico di accensione delle lampade di Chanukka quest’anno è ancor più un momento all’insegna della vicinanza, del calore, di un abbraccio di consolazione in risposta alla sofferenza del mondo. – dichiara Daria Carmi, Presidente della Comunità Ebraica casalese – Come comunità siamo sempre chiamati in causa, a titolo più o meno corretto, nel dibattito sulla atroce guerra in medio oriente e mi sembra importante testimoniare che un mondo di dialogo, di comprensione reciproca, di rispetto delle differenze è possibile, ed è ciò che ci vede impegnati ogni giorno da sempre. Essere insieme alle autorità e ai membri delle altre fedi religiose significa oggi testimoniare una possibilità, significa mostrare nella pratica un mondo di pace”.
La giornata è anche l’occasione per declinare questo messaggio attraverso l’arte contemporanea. Nel 1994 in questo luogo nasceva, infatti, Il Museo dei Lumi da un eccezionale nucleo di fondatori quali Elio Carmi, Antonio Recalcati, Aldo Mondino, Paolo Levi ed Emanuele Luzzati. La collezione unica al mondo, composta di opere in forma di Chanukkiah, oggi è gestita dalla Fondazione Casale Ebraica ETS e ospitata nelle sale ipogee del vecchio forno delle azzime. Per tradizione le nuove lampade vengono accolte al Museo proprio durante i festeggiamenti di Chanukkah.
Il progetto, portato avanti dalla Presidente della Comunità Ebraica Casalese e Curatrice del Museo dei Lumi, Daria Carmi unitamente ad amici del Museo e della Comunità Ebraica prevede che ogni anno venga accolta l’opera di un solo artista. Nel 2024 la 255ma lampada ad entrare nella collezione del Museo sarà quella di Giorgio Griffa. Per Griffa si tratta di un ritorno in vicolo Olper, aveva infatti già partecipato con Elio Carmi e Marco Porta ad una mostra dal titolo “L’arte della profezia” ed è ora nuovamente a Casale invitato appunto da Porta che è fra i curatori dell’iniziativa.
“L’arte ci aiuta a far risplendere le nostre idee, le nostre azioni, a farsi messaggio dei valori della conoscenza, della luce contro le tenebre ed ad allontanare la paura del diverso. – anticipa Daria Carmi parlando dell’opera – La lampada di Giorgio Griffa sarà presentata in un contesto intimo, che lascia spazio al dialogo e alla riflessione: si tratta di un candelabro solido, grezzo nei materiali ed elegante nelle proporzioni, che ci raccontai l’armonia delle parti. L’allestimento sarà meditativo, in un’evocativa penombra, perché una piccola fiamma illumina ancora più intensamente in un grande buio, e una voce sottile si sente solo nel silenzio.”
Giorgio Griffa torinese, è tra i principali esponenti della ricerca pittorica contemporanea dagli anni ’60 ad oggi, riconosciuti a livello mondiale. Nato nel 1936 si allontana dalla pittura figurativa nel 1968 e inizia a portare sulla tela quei segni gestuali elementari che, ancora oggi, caratterizzano il suo lavoro. Dipinge prevalentemente con colori acrilici su tela grezza di juta o cotone non preparata e libera da telaio. Spesso associato a movimenti come l’Arte Povera, la Pittura Analitica o il Minimalismo, il percorso artistico di Giorgio Griffa rimane tuttavia non inquadrabile in una corrente specifica. Nel 2012 in seguito alla sua retrospettiva Fragments 1968 – 2012 alla galleria Casey Kaplan di New York, è stato menzionato, come una delle «10 riscoperte più emozionanti del 2012», dalla critica d’arte americana Roberta Smith che ha scritto sul The New York Times: «La sua arte merita un posto nella storia mondiale dell’astrattismo».
La mostra alla Casey Kaplan è stata solo una tappa di uno straordinario percorso artistico che vede più di 150 personali in giro per il mondo. La sua prima esposizione negli Stati Uniti è del 1970 presso la galleria di Ileana Sonnabend a New York. È stato presente alla Biennale di San Paolo del 1977, alle Quadriennale di Roma del 1986 e del 1999, alle edizioni della Biennale di Venezia del 1978, 1980 e 2017 . Nel 2014 gli viene tributata una mostra retrospettiva al Centre d’Art Contemporain Genève, a Ginevra. Il 2018 è l’anno della mostra personale al Camden Art Centre di Londra. Nel biennio 2021-2022 la Francia gli rende omaggio, prima al Lille Mètropole Musèe d’Art Moderne, poi Musèe des Beaux-arts de Chambèry e infine al Centre Georges Pompidou, a Parigi. L’ultima personale è stata la mostra “Materia spirituale” presso il Monasterio Cisterciense De Bujedo De Juarros nel 2024. Attualmente vive e lavora a Torino.
In queste celebrazioni di Chanukkah si aggiungono alcuni omaggi in forma di channukiot. Una è opera di Ivaldo Carelli, che durante la malattia ha voluto cimentarsi con questo oggetto proprio per donarlo alla Fondazione Casale Ebraica ed ha ultimato l’opera poche settimane prima di andarsene, il 18 novembre del 2024.
La seconda opera è di Stefano Tonti, collega designer e amico di Elio Carmi. Si erano incontrati durante l’estate 2023 ed era rimasto impressionato dalla passione di Elio per il suo Museo dei Lumi. Ha voluto donare una sua propria interpretazione della lampada di Chanukkah creata come omaggio alla famiglia Carmi che la condividerà con il pubblico in questa sede.
L’ingresso alle attività è libero. Per informazioni 0142 71807 www.casalebraica.org.
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