Discovery Torino – 2 – Il più grandioso santuario Barocco Italiano: la Basilica di Superga

Sono stato a Superga tantissime volte, ho visitato e visto non solo la Basilica, ma anche tutta la zona curiale – e non – che la circonda. Eppure ogni volta che ci vado ne sono immensamente affascinato. Come nelle foto che inserisco nell’articolo, scattate da me medesimo in un giorno in cui la Basilica era immersa fra le nuvole. L’esperienza più singolare, però, che associo alla Basilica è quella di una eclisse quasi totale di sole, dell’11 agosto 1999. Io e un amico andammo a Superga con un furgone piuttosto alto, con il tettuccio grande, quindi utilizzabile per salirci sopra. Per non rischiare l’accecamento da parte del sole nudo, prendemmo due esemplari della prima versione del floppy disk, un oggetto sottile e scuro, grande quasi come un 45 giri, ne togliemmo la carta e lo usammo, egregiamente, come filtro solare. Ebbene, credetemi se vi dico che non dimenticherò mai quel che accadde. In realtà il tutto durò soltanto 2 minuti e 22 secondi, ma non potrò mai scordare quella luce e quel buio. Perchè tutto era diverso, e non di poco, da qualsiasi cosa avessi mai visto. Ho capito in quel momento perchè una simile cosa possa scatenare paure superstiziose di ogni genere.Tutto si tinse di una luce livida e maligna, poi di un buio non del tutto buio, un’oscurità nello stesso tempo incompiuta e profonda. E ricordo perfettamente che mi voltai verso la Basilica, e la vidi trasformata. Quegli splendi colori caldi che la caratterizzano erano scomparsi, e appariva non più un luogo accogliente e di culto, ma una sorta di luogo repellente e triste, non un santuario, ma una rovina. Lo so, starete pensando che sono un visionario tendente all’horror…e probabilmente avete ragione, ma la mia esperienza così è stata…e ora parliamo di quella meraviglia che è la Basilica…

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Superga l’ha progettata il più straordinario architetto del settecento italiano: Filippo Juvarra. Che era stato allievo di Carlo Fontana, il principale erede e prosecutore dello straordinario Bernini (per capirci: quello del baldacchino sull’altare in San Pietro e del colonnato magnifico davanti alla stessa S. Pietro). Lì Juvarra ha imparato a pensare e progettare in grande, eccome. Ed è a Torino che Juvarra, letteralmente, esplode! Gli diedero mezzi economici e libertà d’azione sufficiente per realizzare una impressionante quantità di cose: 4 palazzi, ma anche ville suburbane, 5 chiese, i castelli di Rivoli e Stupinigi, diverse facciate di antichi palazzi, come Palazzo Madama, e così via. Ma il suo più grande capolavoro è stato, ovviamente, la Basilica di Superga. Il più grandioso santuario Barocco Italiano. La sua sagoma, stagliata contro lo sfondo delle Alpi, a dominare tutta la pianura dell’allora Capitale del Regno, modificò per sempre il paesaggio del suo e del nostro tempo. Il fatto di collocarla su un’altura, poi, va a riprendere uno dei più famosi santuari piemontesi, e non solo: la Sacra di San Michele (della quale vi ho parlato in uno dei miei articoli). Aggiungo che in questo magnifico spazio architettonico è riassunto un lungo percorso evolutivo europeo: la cupola vuole ricordare, ovviamente, San Pietro in Roma, (Michelangelo), le torri laterali ricordano assai Sant’Agnese in Piazza Navona, ideata da Carlo Rainaldi e Francesco Borromini. Poi il fatto che si tratti di una chiesa a pianta centrale innestata su un vasto corpo conventuale longitudinale, ricorda decisamente Sant’Ivo di Borromini. Montanari, con una immagine molto interessante, spiega: E’ come se lo stregone Juvarra avesse convocato tutti questi spiriti sommi sulla collina di Superga, in un incredibile sabba dell’architettura. Ed è come se lì li avesse messi in gara, in tensione, alternando semplicità classica e leggerezza ariosa. Giocando con la luce e il cielo. Forse si trattava di una conclusione, e non dell’inizio di qualcosa di nuovo, ma fu un fuoco d’artificio finale senza eguali. Un fuoco che ci illumina.

A me piace moltissimo, quando vado lassù, allontanarmi da solo e, letteralmente, respirare, in totale assenza di rumori molesti, quell’atmosfera davvero unica, con sullo sfondo la pianura e i monti. Oppure, come nel caso delle foto di questo articolo, quando la Basilica è avvolta dalle nuvole (in pianura sarebbe semplicemente nebbia), e l’atmosfera si impregna di un silenzio sospeso e davvero assai affascinante, camminare dentro e fuori la Basilica, sentendone profondamente l’afflato mistico e denso di mistero. Senza turisti, senza chiasso e senza nulla che possa disturbare la meditazione silenziosa di un uomo fra le nuvole. Poi, però due passi li faccio sempre, in quella solitudine di un tempo sospeso, nel luogo dove avvenne la terribile tragedia del Grande Torino: il terrapieno dove. il 4 maggio 1949, si schiantò l’aereo che trasportava quella squadra, davvero mitica e indimenticabile. Eroi di un calcio diverso, che rimarranno per sempre, nel nostro immaginario, giovani e belli.

 

 

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