Le grandi emozioni della “Signora Sandokan”, con Paola Sperati, a Ricaldone, domenica 25 gennaio.
Quando ero molto giovane, prr Natale mi regalarono una copia de Le Tigri di Mompracem di Emilio Salgari. Lo aprii, con un po’ di timidezza di lettore, perchè di Salgari non avevo ancora letto nulla. Lessi l’incipit, incredibilmente coinvolgente, che così narra: La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situata nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo. Pel cielo, spinte da un vento irresistibile , correvano come cavalli sbrigliati, e mescolandosi confusamente, nere masse di vapori, le quali, di quando in quando, lasciavano cadere sulle cupe foreste dell’isola furiosi acquazzoni; sul mare, pure sollevato dal vento, s’urtavano disordinatamente e s’infrangevano furiosamente enormi ondate, confondendo i loro muggiti cogli scoppi ora brevi e secchi ed ora interminabili delle folgori. Né dalle capanne allineate in fondo alla baia dell’isola, né sulle fortificazioni che le difendevano, né sui numerosi navigli ancorati al di là delle scogliere, né sotto i boschi, né sulla tumultuosa superficie del mare, si scorgeva alcun lume; chi però, venendo da oriente, avesse guardato in alto, avrebbe scorto sulla cima di un’altissima rupe, tagliata a picco sul mare, brillare due punti luminosi, due finestre vivamente illuminate. Chi mai vegliava in quell’ora e con simile bufera, nell’isola dei sanguinari pirati? Fantastico, no?
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Allora venni letteralmente attirato tirato dentro il libro, che raccontava dell’impavido Sandokan, di Yanez e di Tremal Naik. Ne fui coinvolto come in un vortice e ne uscii solo dopo vari giorni di avida lettura. Sono passati più di cinquant’anni, da allora, ma le emozioni che mi ha donato quel libro (e poi i tanti altri di Salgari che lessi) le ricordo ancora molto bene. E ricordo come trasecolai quando seppi, anni dopo, che allora Internet mica esisteva ancora, che in realtà tutti quei viaggi e quelle storie, erano state scritte da un uomo che non era mai stato per mare: un uomo che aveva fatto una brutta fine, un orrido suicidio, ma anche un uomo che aveva una moglie, Ida Peruzzi, in Salgari, appunto. Una moglie amata (anche se lui non era proprio fedelissimo) e che lo amava. Una donna rinchiusa in un triste, per quanto Regio, manicomio, dove visse lunghi anni. Anni infiniti di solitudine e dolore. Una donna di cui vi verrà narrata la più totale disperazione.
Questo notevole pezzo teatrale, drammatico e potente, pubblicato nel 2004, è stato magistralmente scritto da Osvaldo Guerrieri. Poi la compianta Mariangela Santi, Bibliotecaria in quel di Canelli, ne ha tratto un’emozionante regia. Regia che ora viene ottimamente riproposta da Silvia Perosino, che sa giocare con grande sapienza con luci e colori, così da sottolineare lo svolgersi del dramma di Ida. Però, diciamolo, una pur splendida regia (e questa la è), senza una grande interprete, non dice un granché. E invece La Signora Sandokan ha trovato in Paola Sperati l’attrice di riferimento. Perfetta per la parte di donna distrutta da una realtà che definire folle è dir poco. Paola è semplicemente fantastica. Io l’ho vista due volte, a Spigno e a Solero. E in entrambi i casi, e sottolineo entrambi, mi sono fervidamente emozionato. Perché Paola ci racconta, dalla camera del regio manicomio di Torino, dove è – ingiustamente – rinchiusa, del suo amore per Emilio, dei momenti bellissimi e di quelli molto meno belli…mette a nudo la sua anima e la sua disperazione, con una tale coinvolgente drammaticità che al termine della rappresentazione lascia molto commossi e altrettanto ammirati. Il viso di Paola, la sua voce ed i suoi gesti esprimono, senza eccesso retorico ma con immensa credibilità, tutto il dolore di una vita ormai arida ed inutile: Anna (l’infermiera, impassibile, che sta dietro la porta chiusa), perché questa punizione? Perché questo destino infame, che mi ha strappato via da tutto, dai figli, dal marito…Non voglio aggiungere altro, per non spoilerare troppo, ma sappiate che assisterete, a Ricaldone, ad un qualcosa che vi coinvolgerà tantissimo, e che davvero non potrete dimenticare.
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