Per onorare il giorno della memoria – di Italiani innocenti – domani sera a Casal Cermelli la presentazione del romanzo storico di Maura Maffei “Quel che abisso tace”
Quando, due anni fa, in un convegno sull’emigrazione dei monferrini nel mondo, si presentò tra i relatori Maura Maffei, non sapevo chi fosse, come non sapevo assolutamente nulla della tragedia dimenticata (forse meglio dire nascosta), della Arandora Star. Ma dopo pochi istanti quello che ci narrava (e come ce lo narrava, con empatia ed emozione) mi prese tantissimo. Non sto esagerando: quel che ascoltavo era davvero emozionante e commovente. Lei è una scrittrice i romanzi, anche storici, la maggior parte ambientati in Irlanda. Lei è una straordinaria conoscitrice del popolo, delle tradizioni e della lingua irlandese. Ma quel giorno Maura Maffei ci ha narrato una terribile vicenda di emigrazione italiana in Gran Bretagna, a me, appunto, del tutto sconosciuta. Ma, attenzione, io so che alla maggior parte delle persone a cui ho chiesto, da allora ad oggi, cosa sapessero di quella tragedia, praticamente non uno mi ha risposto affermativamente, dicendo che, si, qualcosa ne sapeva. No, buio assoluto. E quando, quel giorno di primavera, lei ci ha narrato quella allucinante vicenda,non solo io, ma tutto il pubblico che ascoltava era con il fiato sospeso, nell’apprendere quella dimenticata verità. Perché dovete sapere che, subito dopo la dichiarazione di guerra che Mussolini fece alla Gran Bretagna, il 10 giugno 1940, ben 10.000 italiani, tutti maschi, che vivevano e lavoravano laggiù, compresi molti ebrei italiani, fuggiti dall’Italia delle leggi razziali, vennero rastrellati ed imprigionati, lasciando donne e bambini, che non vennero presi, nella più totale indigenza. Ma non solo. Molti di questi vennero imbarcati e trasportati in campi di prigionia in Canada. Una di queste navi, la Arandora Star ( che sino all’anno precedente era stato una lussuosa nave da crociera, come potete vedere nella foto in evidenza sopra), che, non segnalata correttamente dagli inglesi come nave-ospedale (come avrebbe dovuto essere una nave che trasportava prigionieri di guerra), il 2 luglio 1940, al largo della costa nord-ovest dell’Irlanda, venne colpita da un siluro tedesco e affondò in trentacinque minuti con il suo carico di prigionieri e dell’equipaggio. Quel 2 luglio 1940 morirono più di 800 persone. Tra loro 446 erano italiani. Colpevoli di nulla, a parte di essere italiani. Una vicenda angosciosa, alla quale Maura Maffei ha dedicato un libro, un romanzo estremamente coinvolgente, che potremmo dire fedelmente storico, “Quel che abisso tace”, per i tipi della Parallelo45 edizioni.
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Ma Maura Maffei non ha fatto solo quello. Oltre ad aver scritto un secondo romanzo, dedicato alle famiglie restate in Gran Bretagna e al loro dramma esistenziale e sociale, Quel che onda divide, lo scorso anno ha organizzato un magnifico convegno, a Casale Monferrato, al quale ho avuto l’onore e il piacere d partecipare, dove ho conosciuto tanti addetti ai lavori, che si sono occupati, per nome e per conto delle famiglie coinvolte, oppure come storici, di quel che è accaduto in quell’estate inglese. In quell’estate di guerra. Lo ripeto, perchè davvero sembra incredibile: l’Arandora Star, salpata da Liverpool il 1° luglio 1940, che era appunto diretta in Canada, non fu dotata delle giuste protezioni. Non venne scortata, non aveva sufficienti scialuppe di salvataggio, e, peggio ancora, sebbene le navi di internati, per la Convenzione di Ginevra, fossero equiparate a navi ospedale, essa non recava il contrassegno della Croce Rossa: fu così scambiata per una nave che trasportava armi o soldati e silurata. Da un U-boat con un unico siluro a bordo, l’ultimo trattenuto da precedenti lanci perchè si riteneva danneggiato…Il Piemonte, nella triste classifica delle vittime, è stata una delle regioni italiane più coinvolte: delle 60 vittime piemontesi (si contano poi tra i 16 e i 20 sopravvissuti) quasi un terzo era nato in Monferrato, che è la zona più colpita insieme con il Canavese. E lì ho conosciuto la prima storica a far conoscere l’Arandora Star, Maria Serena Balestracci, che ci ha narrato di essere stata una delle primissime ricercatrici che, nella sua tesi di Laurea, dal titolo molto esplicito: Arandora Star: una tragedia dimenticata, ha portato all’attenzione della pubblica opinione – o almeno degli studiosi della II Guerra Mondiale, quell’incredibile quanto assurdo episodio. La Dottoressa Balestracci ci ha raccontato che, al tempo della stesura del suo libro, le notizie su questa vicenda erano davvero pochissime. E di conseguenza era semplicemente difficilissimo fare ricerche, anche se certamente lei è stata aiutata dal fatto di poter fare interviste ai pochi sopravvissuti ancora viventi. E il motivo dell’oblio della Storia? La volontà dei Paesi coinvolti di mettere tutto a tacere per opportunità politica.
Maura Maffei, lo scorso anno a Fubine, paese che ha avuto molte vittime sulla Arandora Star
Ne parleremo più approfonditamente domani sera a Casal Cermelli, per Il Giorno della Memoria, e avrò l’onore di presentare personalmente Maura Maffei e di conversare con lei parlando del suo romanzo. Che è un romanzo a tutti gli effetti, non un saggio storico, ma è storicamente ineccepibile, con molti dei protagonisti che sono realmente esistiti, e poi personaggi di fantasia, certo, ma assolutamente plausibili. E vi posso dire che è un romanzo potente e coinvolgente, che, se si inizia a leggere, non lo si abbandona più? Io l’ho letto una prima volta subito dopo aver conosciuto Maura, ma ora l’ho riletto in previsione di questa serata bella e impegnativa, e l’ho trovato sempre coinvolgente come la prima volta. Il romanzo è strutturato come un grande poema sinfonico – a me pare – in tre movimenti, con un personaggio principale che attraversa tutti e tre, dalla prigionia (primo movimento, Adagio Lugubre) all’affondamento (secondo movimento: Allegro con fuoco), e poi ad un inatteso quanto commovente finale: terzo movimento, Andante con tenerezza, di cui ora non vi dirò altro, per non togliere al lettore il piacere della scoperta di un testo davvero particolare. E grazie a Maura Maffei per quanto ha fatto e fa per far conoscere questa tragedia dimenticata.
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