Il fascino discreto del malavitoso: ieri ai Kristalli “Mario Rossi – Di comune solo il nome” di Errico D’Andrea e Lucio Laugelli
E va bene, lo confesso: quando ho iniziato a leggere, tanti (troppi) anni fa, la serie dei romanzi Noir di Massimo Carlotto, a cominciare da La verità dell’alligatore, mi ha molto colpito – e mi è risultato assai simpatico – uno dei personaggi principali, il braccio destro del protagonista: Beniamino Rossini, professione malavitoso. E come, quindi, non sentirmi molto affascinato, oggi, dalla visione di un bellissimo film-documentario, che ci narra la vicenda di un vero malavitoso genovese, Le voci di dentro, che sono quelle di sei detenuti della Casa di Reclusione di San Michele (Alessandria), che il regista e i produttori del docufilm hanno frequentato per sei mesi, all’interno di un laboratorio cinematografico in carcere, diventato – pian piano e inevitabilmente – un momento e uno spazio di incontro ben più intimo e complesso. E fra i tanti reati diversi, i diversi percorsi esistenziali (c’è chi esce fra un paio d’anni e chi non lo farà mai), Laugelli ha conosciuto chi ha trovato una sua dimensione in prigione, proprio come attraverso un resoconto intimo, che ha il calore della vera confidenza.
. Un uomo che ora ha quasi 70 anni, ma ne ha passati più di 40 in galera. Uno degli intervistati nel docufilm dice che uno così Sicuramente non ha fatto delle scelte intelligenti. Sembra così, ma, anche se appare assurdo, e probabilmente lo è, di lui dicono, e in f0ndo dice anche lui, che, tutto sommato è molto più sereno quando è in carcere piuttosto che nei periodi in cui ne è uscito. E allora, eccolo, in senso totale, ben solido, il fascino discreto dell’essere un malavitoso. E noi a confrontarci con una persona così, che gli schemi della normalità li elude e ignora senza fare una piega. L’idea di questa opera su un malavitoso, è nata quando Laugelli ha lavorato ad un documentario dal titolo (che ricorda il grande Eduardo)Continua a leggere l'articolo dopo il banner
Questo straordinario
Tutte le domande che gli autori hanno fatto a Mario Rossi, non solo i due registi Errico D’Andrea e Lucio Laugelli, ma anche Giada Mela Bellotti, che pure è stata in carcere per organizzare gli incontri fra glia autori e lo stesso Mario Rossi, non hanno mai avuto risposte nette e chiare dall’intervistato. Quando gli viene chiesto qualcosa in merito alla redenzione, lui, freudianamente, non capisce neppure di cosa si stia parlando. E quando gli chiedono cosa prova quando apre gli occhi la mattina, dice, come un normale pensionato (l’età ce la ha), che pensa con serenità alle tante cose che ha da fare. Ma la cosa che più mi ha colpito della vicenda umana di questo personaggio, che sembra uscito dalla penna di un grande narratore di un grande come Massimo Carlotto, è quando ci ha narrato di aver imparato a dipingere – cosa mai fatta fuori dal carcere – con ottimi risultati. Che però non lo hanno convinto a cambiar vita.
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Non voglio aggiungere altro per lasciare a chi lo guarderà, questo splendido docufilm, il piacere di gustarlo con l’attenzione che merita. Dico questo perchè lo potrete trovare su Amazon Prime, cercandone semplicemente il titolo in questa pagina: https://www.primevideo.com/region/eu/categories?ref_=atv_sso_std. Vorrei però concludere dicendo della bellezza di aver visto tanta gente alla prima di un docufilm ad Alessandria: il cinema pieno, un dibattito successivo (ricordo che negli anni 70 quando scattava il dibattito scappavano tutti) partecipato davvero, con molti interventi. Giada mi ha detto che per lei vedere così tanta gente non solo è stata fonte di orgoglio, e sintomo che c’è una città che ha voglia di ascoltare. E come concludere meglio questo articolo? Ma nella foto sotto ci sono i protagonisti della serata, ve li voglio presentare, ad iniziare dalla stessa Giada all’estrema destra, e quindi, a seguire, da destra a sinistra: Stefano Careddo, responsabile della produzione, Pietro Sacchi, che opera all’interno del carcere, Pancrazio Chiruzzi, il solista del kalashnikov, poi il Regista Lucio Laugelli, il montatore e co-Regista Errico d’Andrea, e infine il presentatore della serata, Roberto Lasagna.