Enoturismo, Coldiretti Alessandria: “Fattore attrattivo determinante per la crescita del settore”

Alessandria – I timori di una guerra commerciale nel bicchiere rappresentano un vero pericolo per l’export vinicolo italiano che ha superato nel 2024 il traguardo degli 8 miliardi di euro di fatturato con quasi 22 milioni di ettolitri spediti oltre frontiera. Un record che è ora messo a rischio dalla minaccia dei dazi negli Stati Uniti che si confermano essere il principale mercato di sbocco.
Nel giro di un ventennio le esportazioni di vino Made in Italy sono quasi triplicate (+188%) arrivando a raggiungere 140 Paesi, con le bottiglie tricolori che rappresentano la prima voce delle vendite di prodotti agroalimentari nazionale all’estero: una crescita della cultura del vino che conferma come il settore sia diventato in questi anni il simbolo del bere responsabile, alimento inserito appieno all’interno della Dieta Mediterranea, riconosciuta elisir di lunga vita.
Accanto all’export, contribuisce in modo determinate alla crescita del settore, anche a livello provinciale, il fenomeno sempre più attrattivo dell’enoturismo.
Dati alla mano, secondo la prima indagine del Movimento Turismo del Vino e del CESEO, nonostante questa tendenza decisamente positiva, il settore sembra minacciato da un costante aumento dei costi segnalato dall’81% delle cantine: incrementi che erodono i margini di guadagno e che in molti casi risultano particolarmente significativi (il 29% registra una crescita compresa tra il 5% e il 10%, il 16% riporta un incremento tra il 10% e il 25%, e un significativo 8% dichiara un aumento superiore al 25%).
Fondamentale puntare alla professionalizzazione delle competenze all’interno delle aziende: attualmente il 38% delle cantine turistiche ha personale con conoscenze specifiche sulla wine hospitality. Nelle altre spesso è il titolare a ricevere i visitatori (63%) oppure, occasionalmente, i dipendenti. Inoltre, la ricerca evidenzia come sia maggiormente efficace l’accoglienza turistica nei week end con oltre metà delle cantine ormai aperte anche la domenica; l’85% visitabili tutto l’anno.
Ben il 68% accetta i visitatori anche senza appuntamento. Dall’indagine emerge, infatti, che il paesaggio è una delle principali attrattive sia per le iniziative proposte (il 33% delle cantine organizza pic-nic in vigna, il 30% passeggiate in vigna), ma anche a livello ambientale (il 43% delle aziende è BIO, il 38% rispetta gli standard di agricoltura sostenibile); da notare come queste percentuali siano nettamente superiori a quelle sull’intera Superficie Agricola Italiana (SAU) dove il biologico si attesta al 19,8%.
L’offerta delle cantine si caratterizza per una notevole varietà di esperienze, il 65% delle aziende si concentra su un numero limitato di proposte esperienziali (fino a quattro), mentre il restante 35% diversifica maggiormente, offrendo da cinque a diciotto attività differenti, da quelle più tradizionali a iniziative più esclusive. L’87% delle cantine offre prodotti tipici del territorio durante la degustazione, il 25% organizza cene con il produttore e il 20% corsi di cucina.
“Il boom dell’enoturismo conferma il ruolo trainante del Made in Italy nel piatto e nel bicchiere per l’intero settore turistico, dove non dobbiamo dimenticare che proprio il cibo e il vino rappresentano la prima voce di spesa – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Un successo dietro al quale ci sono i primati green della nostra agricoltura, con i suoi record in fatto di qualità e di sostenibilità che ci hanno garantito la leadership in tutta Europa”.
Grande attenzione anche per le famiglie infatti, il 38% organizza wine experience, tra queste in parte dedicate anche ai più piccoli, con aree gioco attrezzate e organizzazione di visite nelle fattorie didattiche: un’offerta alquanto articolata che rispecchia appieno la differente natura delle aziende.
Infine, il tema della digitalizzazione: per quanto concerne i canali di comunicazione, il sito web risulta essere uno strumento indispensabile, sebbene non sia ancora impiegato al meglio in termini di visibilità e fidelizzazione (il 42% delle cantine registra meno di 1.000 visite al mese e il 15% non monitora con regolarità il numero di accessi). Situazione analoga per la mailing list dove il 42% delle cantine invia comunicazioni mensili mentre il 33% almeno tre volte l’anno.
“La capacità delle cantine e degli agriturismi italiani di rivoluzionare l’accoglienza interpretando al meglio le nuove esigenze di una parte importante dei flussi turistici nazionale e stranieri testimonia l’alto grado di professionalità raggiunto, grazie a un impegno costante per la qualificazione dell’offerta turistica – ha affermato il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Un impegno che va ora sostenuto con politiche sempre più mirate per la valorizzazione dell’agriturismo e delle campagne italiane”.
Dallo studio è evidente che l’elemento chiave della strategia di promozione sono i social media: Facebook resta il social più diffuso (97%) insieme a Instagram (96%). Ruolo più marginale quello di Linkedin (37%) e quello di Tik Tok, (solo il 7% almeno per il momento). Attualmente, solo il 20% delle aziende dichiara di utilizzare strumenti AI, di queste, oltre il 70% li impiega nella comunicazione digitale, il 63% in attività di marketing, il 35% nella gestione delle prenotazioni mentre solo l’8% nei processi produttivi.
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